sabato 16 gennaio 2010

Anche il tifo, lo fa Milano

Non è una novità, si sa che le partite si fanno a Milano: i calendari, gli arbitri, i tornei. Ma la dipendenza si è da tempo allargata pure al tifo. Milano è un po’ per l’Inter, un po’ per il Milan. Ora è per il Milan, dopo tanti anni di tutto Inter. Ma a Roma, per dire, non si parla di altro, che di Milan e Inter: se è giusto rinviare le partite, oppure no. Non è la prima volta, ma è la conferma di uno stato di cose ormai consolidato da tre anni, da calciopoli. Ogni anno i giornali milanesi scoprono per esempio una falsa cordata di acquirenti della Roma, dicendo di avere le informazioni ora da Unicredit ora dalla Lega: ora il solito banchiere russo, ora un rampollo della Bmw, ora addirittura Soros. Giusto per destabilizzare la squadra, l’obiettivo è evidente. E senza sforzo, i tifosi romanisti ne fanno colpa ai proprietari, romani, della squadra: i tifosi solo credono ai giornali di Milano, contro i Sensi che per la loro squadra si sono svenati. La Lazio perde a Milano una causa in cui ha palesemente ragione, in modo che il calciatore Pandev vada all’Inter a parametro zero, senza cioè un euro per la squadra che lo ha maturato e valorizzato - con beneficio immediato, anche in gol, della squadra milanese. Un giudice si era dimesso per non dover fare questa sentenza. Ma i tifosi della Lazio dicono come dicono i giornali di Milano irridenti, e se la prendono col loro presidente, che si fa passare per un cretino. Non con Pandev né con l’Inter che si erano accordati all’insaputa della Lazio, cosa proibitissima.
Un tempo le tifoserie erano molto sospettose. A Roma, a Firenze, a Torino. Non più. La milanodipendenza era un fatto della provincia. Che dalla capitale del Nord mediava gli stili di vita, il panettone, la Scala. Ora è un fatto anche urbano, ne sono contagiate le grandi città. È questa la rivoluzione di Mani Pulite: la Lega, Berlusconi, calciopoli, la corruzione ovunque, specie nell’opinione pubblica.

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