Il Pm De Pasquale, famoso per avere anticipato le ferie nel 1993 nella natia Messina per non interrogare il presidente dell’Eni Cagliari, che teneva in carcere da quattro mesi, poi suicida nell’afa di luglio a san Vittore, ci riprova da tempo con Berlusconi. Ora gli addebita tangenti sulla sua stessa azienda. Che è quotata in Borsa, quindi soggetta a vari controlli, ha soci importanti, che sanno leggere i bilanci e hanno conoscenze in ogni pizzo, e non addomesticati, non è gente che si faccia fregare. Utilizzando un testimone che dice una cosa e anche l’altra.
Delle tangenti ha colpa, dice il dottor De Pasquale, anche il figlio di Berlusconi - il figlio maschio, non la femmina. E' il codice del sangue, ma si può dire senza offesa anche del Sud, cui l’indefesso procuratore si attiene fedele, la colpa va di padre in figlio, benché lavori nella civilissima Milano.
E tuttavia uno è contento: ci sono persone, i giudici, che non si suicidano mai. Ma perché sono troppo intelligenti o troppo stupidi? Il giudice De Pasquale si vede nelle foto un po’ ingrassato e sempre rilassato: è uno a cui non gliene potrebbe fregare di meno. E anche questo va bene, uno è contento per loro: si diventa giudici con un solo sforzo, imparare i codici a memoria, dopodichè è una vita ricca di ozio, in un ruolo onorabile, con la carriera a cieli aperti.
L’unico problema è questo: perché i giudici di Milano, che da vent’anni non fanno altro che inquisire e processare Berlusconi, non lo azzannano là dove è sicuramente debole? Si perdono in stravaganze: traffico di stupefacenti, mafia, bombe (su queste per la verità si esercitano a Palermo, è proprio una bella concorrenza), e ora di rubare a se stesso.
Anzi, i problemi sono due: nessuno crede a De Pasquale. Ma la sinistra ufficiale fa mostra di credergli: “l’Unità”, “la Repubblica”, e alcuni franceschiniani. Per chi gioca questa sinistra? Si può anche presumere che il dottor De Pasquale, nella sua indifferenza, voglia favorire le leggi eccezionali sulla giustizia, ma come si fa a saperlo?
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