domenica 3 gennaio 2010

Il "Corriere" diffida Napolitano

Molto indignato il “Corriere della sera” sulla riabilitazione di Craxi. Uno che ha più di una condanna definitiva, scrive a ripetizione Luigi Ferrarella, per tangenti pagate al suo partito, se non a lui personalmente. Un fondo strabiliante: in tanto rigaggio non una sola menzione del fatto che Craxi è stato condannato perché “non poteva non sapere” delle tangenti. Non per colpe specifiche ma per un teorema. Non applicato peraltro per gli stessi reati ai due partiti maggiori, la Dc e il Pci (del Pci non fu chiamato a rispondere nemmeno il segretario amministrativo).
Strabiliante non è il fatto in sé, che Ferrarella certo ben sa, ma la sfida a Napolitano. L’assurdo e innecessario articolo è una diffida indirizzata dal giornale milanese al presidente della Repubblica. Napolitano, il primo democratico al vertice dello Stato dopo l’assalto ambrosiano alle istituzioni, vuole ristabilire il primato della politica, e il “Corriere della sera”, avendo perduto con lui l’asse privilegiato che intratteneva con Scalfaro e Ciampi, lo sfida. Craxi è solo un falso scopo.
Il “Corriere della sera” ha patrocinato per Pinelli e Tobagi la pacificazione: quello che è stato è stato, e abbracciamoci. Ma su Mani Pulite evidentemente no, non bisogna uscire dallo schema: niente governo, attaccatevi. Comandano loro, i giudici di Milano, sebbene partenopei, le squadre di Milano, Berlusconi, Tremonti, la Lega, i banchieri Bazoli e Profumo, e non gli basta, vogliono disfare pure quel poco, e poco di buono, che votando portiamo in qualche modo a casa. La stessa Milano che poi ci rimprovera che in questi ultimi quindici anni, o sono già venti, siamo andati indietro – non guadagna mai abbastanza.

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