Dunque, sono 8 miliardi i maggiori oneri per interessi che l’Italia deve pagare sul suo debito, quest’anno e nel 2010 almeno, otto miliardi in più l’anno, in conseguenza della crisi. Della crisi delle banche. Per di più non italiane. Il ministro dell’economia Tremonti ha abbandonato la cautela, e ora che gli vogliono far ridurre le tasse, conferma la cifra che si sapeva (http://www.antiit.com/2009/06/segni-di-ripresa-di-che.html e
http://www.antiit.com/2009/08/la-crisi-e-finita-per-i-banchieri.html). È l’effetto della globalizzazione, uno dei tanti perversi: giocano le banche americane e britanniche, pagano gli italiani. È l’effetto dell’inerzia europea – a meno che non siamo qui a difendere Londra, una piazza che apprezza poco l’Europa. Ma è l’effetto anche di una gestione del debito pubblico che, seduto sulla cosiddetta “ottica europea”, non ha funzionato e non potrà funzionare se non a carico dell’Italia.
Consolidamento
La linea del rigore che l’Europa ha imposto e l’Italia ha accettato, per tenere sotto controllo il debito italiano, da alcuni anni non funziona più. Dacché il problema del debito è diventato prima tedesco, negli anni di Schröder, della grande disoccupazione, e ora britannico. La Gran Bretagna s’indebita ogni anno al ritmo del 12-14 per cento del pil, inondando l’offerta di titoli che devono cllocarsi a costi sempre crescenti. Ma l’Italia non se n’è accorta: continua a stringere la cinghia, e non più, non tanto, per controllare il suo debito, ma per pagare il debito degli altri. Per pagare più interessi perché, dentro l’euro, la Germania si è indebitata molto, e perché, fuori dell’euro, i mercati devono salvare la Gran Bretagna.
L’Italia non ha la possibilità, e non avrebbe alcun interesse, a sganciarsi dall’euro – quando si parla di fare qualcosa, di governare la politica monetaria, i soloni della saggezza ricevuta saltano subito su a ipotizzare l’assurdo. Ha però l’interesse e l’obbligo a esigere un governo del debito. Una forma di consolidamento sarebbe stata saggia alla creazione dell’euro ed è necessaria oggi. A parte l’ingiustizia di far pagare gli italiani per i britannici o i tedeschi, non è pensabile un debito europeo che si raddoppi in un paio d’anni – finisce anche la stabilità dei soloni.
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