Il Procuratore De Pasquale s’è arrabbiato e mette sotto accusa il governo degli Stati Uniti. Che l’ha aiutato a trovare le prove contro Berlusconi, mobilitando per lui addirittura cinquanta agenti Fbi per le perquisizioni, un esercito da film blockbuster, una superproduzione, ma non gliele ha trovate. E ora De Pasquale le vuole. Ha depositato 45 mila pagine di supplemento istruttorio, che solo di fotocopie sono 450 mila euro, un miliardo di lire, e il dottor D’Avossa con tutta la sua buona volontà mai potrà dire d’avere letto, ma lui stesso, lui De Pasquale, non pensa di avere le prove. Colpa, dice, dell’America boia. Contro cui il giudice, simile al Vendicatore della Marvel Comics, ha lanciato i suoi fulmini.
L’uso di mezza compagnia Fbi per la perquisizione ha creato un caso, benché Los Angeles sia abituata con Hollywood alle grandi scene. Il perquisito allibito ha ottenuto le scuse della Procura di Los Angeles, la quale ha ammesso “errori significativi” nell’azione, e ha restituito al malcapitato la documentazione che gli era stata sottratta. La “irritualità” vanno bene a Milano, ma non sono ammesse purtroppo in America. “Di qui”, scrive sul “Corriere della sera” il fido Ferrarella, “la sferzante conclusione di De Pasquale”. Che vi risparmiamo ma vuole dire: “È colpa vostra”.
Il dottor De Pasquale sa che Berlusconi è colpevole, tutti lo sappiamo, ma lui non trova le prove. Le cerca ma non le trova, deve avere tutta la nostra comprensione, pagargli lo stipendio non basta. Le prove è andato a cercarle fino in Cina, anche se modestamente non lo fa valere, nello sterminato impero celeste che ora vorrebbe vendicarsi e lo calunnia, anche se il "Corriere" caritatevole non lo dice. E si appresta a cercarle a Montecarlo, un’altra destinazione molto piacevole, come la Hong Kong e la Hollywod Anche perché ora le prove va a cercarle a Montecarlo, un’altra destinazione molto piacevole, come la Los Angeles del suo personale action movie. Ma bisogna dargliene atto, è uno che non si gode la vacanze pagate, così già nel 1993, al tempo dei suicidi degli indagati non interrogati, insiste per darci qualcosa in cambio.
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