Un racconto carcerario, quindi senza aria. Ma inappetibile anche come accusa dello stalinismo, più freddo di “1984”. Non tocca nessuna corda umana, il compianto, lo sdegno, niente: tutto il sovietismo è compreso in due pagine, a metà del libro, il resto è casuismo. E' ancora un “discorso” da comunista sul comunismo, che invece era tutto marcio.
Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno
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