Un dizionarietto non più simpatico, queste 46 voci, per argomentare la scoperta della jouissance, che si traduce godimento, da distinguere dal piacere. Un ammasso di paralogismi. Fatalmente ossidato. La doxa direbbe lo stesso Barthes, l’opinione magisterialmente frusta dei “desideranti” anni Settanta.
Barthes è con noi, per il piacere del testo, “eppur si gaude” galileianamente concludendo, nel suo incerto italiano. Ma egli stesso schiavo della Moda di cui è insofferente. Anzi vittima: “Si rappresentava il mondo del linguaggio (la logosfera) come un immenso e perpetuo conflitto di paranoie”.
Roland Barthes, Il piacere del testo
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