In dieci righe di giornale Galli della Loggia accusa la chiesa d'una ventina di turpitudini nel “Corriere della sera” di domenica: “Il celibato, il maschilismo, la pedofilia, l’autoritarismo gerarchico, la manipolazione della vera figura di Gesù, l’adulterazione dei testi fondativi, la complicità nella persecuzione degli ebrei, le speculazioni finanziarie, il disprezzo verso le donne e la conseguente negazione dei loro «diritti », il sessismo antiomosessuale, il disconoscimento del desiderio di paternità e maternità, il sostegno al fascismo, l’ostilità all’uso dei preservativi e dunque l’appoggio di fatto alla diffusione dell'Aids, la diffidenza verso la scienza, il dogmatismo e perciò l’intolleranza congenita: la lista dei capi d’accusa è pressoché infinita, come si vede, e se ne assommano di vecchi, di nuovi e di nuovissimi”.
Una “lista perfetta”, che viene da lontano: seppure scriva da opinionista, Galli della Loggia è sempre uno storico. Perché l’odio di religione è forte anche tra i non credenti. È questo anche, in parte, l’assunto dello storico. Che soprattutto però ce l’ha con chi questi argomenti adopera come chiacchiere da bar. E per questo assunto viene ripreso integrale oggi dall’“Osservatore Romano”. Che bar frequenta Galli della Loggia? E anche la curia romana: frequentano i bar di Pannella? Tra le colpe della chiesa Galli della Loggia non ha elencato la dissimulazione: di chi a volte non vede-sente, e sempre fa finta di non aver visto-sentito.
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