Il giudice di Napoli aspetta il giorno dopo le elezioni regionali per rinviare a giudizio il presidente uscente della regione Campania Bassolino. L’accusa è peculato, non lieve. I coimputati di Bassolino sono stati già giudicati, e condannati.
È innegabile, i giudici hanno il senso del tempo. Anche a Napoli, non solo a Firenze e Trani.
Floris riprende “Ballarò” leggendo, dal gobbo, una sorta di Atto d’indipendenza, o Dichiarazione dei diritti. Perché gli è stato impedito di parlare in campagna elettorale e far parlare i politici. Gli è stata impedita, dice, la libertà d’informazione. Senza dire che il vincolo è stato voluto e imposto dalla sua parte politica, se non dal suo partito.
Poi presenta le squadre in campo, dosate fra destra e sinistra. Ma chiude la trasmissione elencando una serie di indici economici violentemente negativi per il governo. Per i quali ha disposto solo il commento di una non precisata professoressa del suo partito, e del “buon imprenditore” Diego Della Valle. Senza malafede, forse: l’istinto cominternista è incontrollabile, barare.
A “Ballarò” Di Pietro difende le intercettazioni politiche. Paolo Mieli gli dà ragione, pur obiettando che duecentomila pagine d’intercettazioni gli sembrano troppe – ma forse voleva dire due milioni, o duecento milioni, duecentomila sono gli intercettati, ogni anno. Diego Della Valle, sotto accusa a Calciopoli per le intercettazioni, dice che beh, insomma, si può fare. Ipocrisia? Paura.
Diego Della Valle parla col sindaco di Firenze Renzi e poi di “dimette” dalla Fiorentina. Insomma, fa un po’ di ammuìna. Lui è a Firenze per la lottizzazione dell’area di Castello, e un po’ di pressione, anche a parere del sindaco di Firenze, non guasta. Ma questo non si dice sui giornali.
Il fratello minore di Diego si è anche lui “dimesso” dalla Fiorentina, per la questione lottizzazione.
Sui giornali solo si dice che Della Valle è in lite col suo allenatore Prandelli. Che, quindi, resta solo, e padrone della squadra? Paginate incomprensibili.
Si fa un processo a Napoli che supera tutti i canoni dell’immaginario, anche il peggiore napoletanismo: è quello che deve portare alla condanna di Moggi. Il colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, l’autore dei Libri Neri dell’“Espresso” contro la Juventus, vi testimonia vantandosi di avere registrato “circa” 51 mila telefonate di Bergamo, l’arbitro che designava gli arbitri. A una pagina in media di trascrizione per ognuna delle telefonate, fa 51 mila pagine. Una biblioteca. Una pensata molto napoletana.
Il colonnello non ha trovato, malgrado tanto dispendio, nemmeno l’ombra della corruzione. Solo un pranzo di pesce, offerto peraltro da Bergamo. Ma ciononostante farà condannare Bergamo e Moggi.
Il colonnello ha operato come ufficiale giudiziario dell’antimafia. Ecco perché i casalesi prosperavano – prima che Maroni e il capo della Polizia li arrestassero.
“Beh, lo ammetto. Sono culturalmente molto anticomunista”, dice Stefano Caldoro, neo eletto presidente della Campania, a Goffredo Buccini sul “Corriere della sera”. Era un socialista, figlio di deputato socialista, e non dimentica il 1992, il livore antisocialista del Pci. I guasti della Terza Internazionale perdurano.
“Ma dove li trova i comunisti? “ chiede Buccini. “Ne conosco a bizzeffe”, la risposta. Non si parla molto della vittoria in Campania, con il più grande margine di tutte le elezioni, diciotto punti, anche più della monolitica Toscana. Questo residuo socialista disturba, c’è ancora molto cominternismo nei giornali.
Una signorina candidata a un posto di consigliere comunale in Puglia va alla riunione elettorale della candidata sindaco rivale per insultarla. Poiché la candidata sindaco rivale è la Carlucci che è onorevole berlusconiana, la signorina è diventata un’eroina. Ma queste donne pugliesi non sanno fare altro?
Il Gr 3 domenica mattina ricorda Ezio Tarantelli con un economista ex socialista ora del Pd. Ne viene fuori che Tarantelli ha abolito la scala mobile e ha battuto l’inflazione. Nessun accenno a De Michelis e a Craxi. Nessun accenno alla furibonda campagna di Berlinguer, con toni brigatisti. Né al referendum di Lama per conto di Berlinguer, con l’ancora più incredibile risultato di 6 a 4 contro la scala mobile. Nessun accenno evidentemente all’incapacità politica del Pci di Berlinguer. Ignoranza? Anche l’intervistatore è in età, ed era socialista all’epoca. Questa è ipocrisia, anche se tracotante.
Il governatore della Banca d’Italia Draghi invece dà la colpa ai politici: “Ci hanno messo diciotto anni per capire Tarantelli”. Quali politici, non lo dice. Ma lui è un gesuita.
Viviano e Foschini sono perquisiti, interrogati e accusati non per furto di documenti ma perché non si sono attenuti ai protocolli di Trani: è la Procura che regola le indiscrezioni secondo suoi canali (il “Fatto” e le giornaliste del “Corriere della sera”).
È assurdo ma è così. I due cronisti di “Repubblica” hanno avuto le indiscrezioni dal gip, e questo non sta bene. Le precedenti indiscrezioni, a opera della Procura, invece non sono state e non saranno punite.
Il Tribunale di Trani, forte di ben dieci sostituti Procuratori, tutti evidentemente sfaccendati, è servito da scena alla fiction tv del “Giudice Mastrangelo”, impersonato da Abatantuono. Personaggio peraltro anche lui nella fiction singolarmente sfaccendato. Fiction prodotta da Mediaset, cioè da Berlusconi.
Non c’è solo Trani, Tribunale sfaccendato a venti minuti di macchina da Bari. A Santa Maria Capua Vetere, dépendence napoletana, a venti minuti dalla metropoli, ora si scopre, dopo una delle tante follie dell’ex Procuratore Capo Maffei, che il Tribunale è affiancato da una Procura della Repubblica forte di ben due aggiunti e 25 sostituti. A Santa Maria Capua Vetere, in teoria, una sontuosa Procura è più che giustificata: in paese e nei dintorni non c’è fiato che non sappia di violenza e camorra, le competenza vanno da Baia Domizia a Castel Volturno, per intendersi. Ma risultano poche le inchieste di rilievo condotte da tanto apparato, prima di quella che ha coinvolto i coniugi Mastella, ha fatto cadere il governo Prodi, e ha dato con Mastella la Campania al Pdl.
Tanto spreco avviene con la protezione del Csm dell’onorevole Mancino, altro napoletano illustre: che ha fatto il Csm per far lavorare i 28 Procuratori di Santa Maria Capua Vetere? Ventotto procuratori della Repubblica che non fanno niente. Una Procura che serve giusto per “dare lavoro” alla società civile napoletana.
Pietro Ichino celebra sul “Corriere della sera” l’anniversario dell’assassinio di Marco Biagi. Di cui non tesse alcuna lode, ma critica la legge. In punti in cui si è già dimostrato che la sua critica è sbagliata. Ichino, una colonna del Pd. Il Comintern non ha mai cessato di funzionare, la faziosità.
mercoledì 31 marzo 2010
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