domenica 28 marzo 2010

Secondi pensieri (40)

zeulig

Civile – La società civile sembra una definizione corriva: socievolezza è civiltà. Ma i buoni sentimenti sono in politica traditori. Per essi – la buona ragione - si diventa tiranni, assassini, spie, sempre qualcosa di brutto. Chiudersi nel privato (gli amici, il gruppo, il clan) e esaltarlo, e pretendersi migliori interpreti e gestori della cosa pubblica induce, al meglio, un fastidioso revanscismo, del genere “signora mia!” La politica è esercizio duro. Illuminato, colto, appassionato, ma freddo. Deve muovere la macchina della storia, il potere, gli affari, e perfino, attraverso l’etica che è fondamento delle leggi, i sentimenti. Il processo inverso è un cortocircuito.

Coscienza - È, sarebbe, Dio in noi. Il cammino ferrrato del vero e del giusto, che a ogni battito di ciglia scandisce il senso delle cose. Ma è, essa stessa, la cosa che meno ricorre nella vita di un essere umano – in alcuni mai: la coscienza ce l’hanno in pochi, questo non è giusto ma è vero.

Creazione – Non può essere che continua.

Desiderio – È forza non necessariamente motivata, anche quando è moto irriflesso, moda, vizio. Non ci sono desideri superflui o vani. Per questo la felicità non è un lusso, ogni desiderio essendo legittimo.
È una della “cose” più effettive che esistano: c’è un terribilismo del desiderio nella vita. In quante occasioni la vita stessa non è che il desiderio di vivere? Di vivere meglio, bene, di sopravvivere. Il desiderio di distruggere e di distruggersi è altrettanto forte.

Determinismo – È falso in dottrina come nei fatti. È falso non solo moralmente, ma anche logicamente e realmente. Anche il volontarismo è falso – stupido, a volte.
Il caso gioca. E molto di più la ragione (il sentimento, il desiderio): è a un asino che Buridano applica il suo paradosso, l’uomo sceglie sempre. Anche quando “non ha scelta”. La vita è a ogi istante un sistema di equazioni a molteplici variabili.

Diavolo – È anch’esso figlio di Dio, anche ora dopo la caduta, poiché esiste. È per l’esistenza del diavolo che Dio ha avuto bisogno dell’Altro figlio, Gesù Cristo. Che trinitariamente dovrebbe essergli consustanziale, ma è l’Altro figlio, l’opposto del diavolo.

Più che cattivo, è falso: è tutto ciò che è illusorio. Compresa la violenza, la follia, la malvagità.

Dio – Perché si sarebbe stancato di creare? E quando avrebbe creato? La creazione non può che essere continua.

Dio non può modificare la storia, l’uomo sì. Dio non conosce il futuro, poiché non lo determina.

Secondo i suoi stessi attributi è incapacitato: di pensare e parlare perché onnisciente, di agire perché onnipotente, di muoversi perché onnipresente, di amare perché è padre di tutti. La sua è vita anteriore.
È l’ipostatizzazione dell’evento, che – per essere? – si dà la natura dell’esatto contrario: il tempo è l’eternità, eccetera.

È cancellato dalle cose. Non dalla ricchezza, né dalla potenza, che anzi si accompagnano perfino alla bigotteria. Ma dalla affluency, dai consumi: la secolarizzazione universale viene con la pubblicità, con i bisogni derivati delle cose, alle quali è ridotta l’incertezza della condizione umana, e la mentalità. La secolarizzazione è un fatto anche euro-americano. È possibile che Dio abbia arricchito gli occidentali perché non avessero più fede in lui.
E dopo le cose che? Il loro cammino, certo, è breve, la soddisfazione che inducono minima.

È il secondo principio della termodinamica: la vita (l’energia) che si crea decomponendosi.

È l’uomo, senz’altro. È un sentimento e un desiderio dell’uomo, quindi è l’uomo. In tutto l’universo non c’è altro di divino se non la percezione che l’uomo ha dell’universo, un ammasso informe.
Anche se l’uomo non ne è partecipe, l’infinito è suo, poiché ne è sua la concezione, del tempo, la giustizia, la saggezza. È ancora poco cresciuto, ma in embrione lo vive già.

Hegel – Un illuminista tedesco. Confuso cioè tra la ragione e Dio, o l’anima del mondo. Fosse stato poeta sarebbe diventato un Hölderlin, un pazzo. Incontrò Napoleone e pensò di domare la ragione.
La filosofia tedesca è dopo Kant – e con Kant – la ricerca di Dio, o dell’anima del mondo. Anche nelle sue derive più risibili, come il pedigree greco. Per questo è confusa profondamente, fino ai denegatori di Dio, da Nietzsche a Heidegger.
Ogni metafisica è in fondo una ricerca di Dio? Non necessariamente, ma quella tedesca lo è.

Heidegger – La nostalgia dell’innocenza, la vita integra, la natura agreste… Pasolini ha questi rimpianti anch’egli, senza affettazione: erano stati una sua gioventù e nei poeti, quando sono ingenui, la gioventù è eco sopportabile, anche apprezzabile. Ma è una delle forme del nazismo – la sua forma migliore, naturalmente: la gioventù, con la natura agreste e l’innocenza.

Illuminismo – Filosofia per despoti, come Platone d’altronde. Non nutrì la rivoluzione, anche in Francia nutrì Napoleone. Ovvero sì, nutrì la rivoluzione, ma nel senso di scoprirla impraticabile.

C’è più stupidità – o tatticismo, vincente o perdente che sia, insomma furbizia – nei despoti che l’illuminismo travolge, o nell’illuminismo che insegue i despoti? È l’anima doppia, o ambigua, delle massonerie: della borghesia figée, nel suo buon diritto, quello della ragione. Mai effettivamente liberale, democratica.

Piacere – È la sazietà? È l’attesa? È l’una e l’altra.

Politica - È sempre democratica, anche se totalitaria – purché non tirannica. Antidemocratica è sempre l’antipolitica: intellettuale, elitaria o professionale - il governo dei tecnici. Una buona legge dev’essere buona politica, prima che canonica, proceduralmente corretta. Le Corti costituzionali si surrogano un potere che non hanno, se si appaiano al legislatore.

Sogno – “Sognare è insipido” per R.Barthes (“Barthes di Roland Barthes”).

zeulig@antiit.eu

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