Molti elogi per Trichet e la Bce, rating confermati per i debiti euro già a rischio, elogi perfino per la Grecia: l’aria è al rimbalzo. Si gioca ora sull’euro forte? La rivalutazione è probabile, anche se le economie europee sono in sofferenza, e potrebbe anzi non fermarsi a 1,50. Si monta infatti anche la sfida di Obama alla Cina, e dell’Iran a Obam, col sostegno della Cina, e il dollaro è destinato a soffrirne, molto più di prima. A questo fine si mette nel conto pure quello che si sapeva ma si taceva, che la crisi delle banche americane (e britanniche) è ancora in sviluppo, il credito è in sofferenza. E che il debito americano (e britannico) sta crescendo a dismisura anche per gli stessi Stati Uniti.
All’improvviso il quadro si è ribaltato. La valutazione che si dà del quadro. Fino a una settimana fa tutto concorreva a un ulteriore spallata all’euro. Anche con argomenti incongrui: l’uscita dall’euro di qualche paese debole, latino o orientale, l’insoddisfazione tedesca, contro la Grecia, contro tutti, il congelamento dell’euro. Mentre l’uscita non è prevista e non è prevedibile, è come una secessione in uno stato federale. E la Germania si fa forte dell’euro molto più che del marco già glorioso, e lo dice – la sterilizzazione di una moneta è un’insulsaggine. Che il Fire di Tremonti, attenti alla triade Finance, Insurance e Real Estate, monopolizzi l’interesse invece dei soliti Pigs, non è solo per una risata.
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