mercoledì 7 aprile 2010

Gli Elkann non sono gli Agnelli

Mario Sconcerti, che sa bene chi comanda nel calcio, conoscendo Roma e Firenze, non si esime dal rilevare le bruttissime novità dello scandalo, con i processi farsa del 2006. Scrivendo sul “Corriere della sera”, non può parlare male di Milano. Fa però un’altra cosa strabiliante: parla male della Juventus e degli Elkann, di come la nuova proprietà Fiat è stata “parte attiva” nella demolizione della Juventus.
Mario non dice tutta la verità. Che i fratelli Elkann volevano liberarsi di Giraudo e Moggi, perché questi erano uomini dello zio Umberto e dei suoi figli Giovanni e Andrea, e perché erano gelosi dei successi della Juventus. Non è il solo guaio che i due fratelli hanno combinato. Che non hanno nulla in comune con l’Avvocato e suo fratello. Le disavventure della Juventus dopo lo scandalo ne dimostrano ampiamente la pochezza: acquisti a caso, ingaggi a caso, a Cannavaro, che s'è fatto due anni da re al Real Madrid quanto a Buffon e Del Piero, che si sono fati la serie B, allenatori a tempo, sudditanza a Milano. Allenatori a tempo in un mercato di calciatori ipercompetitivo, con sponsor, procuratori, diritti d’immagine... "Vogliamo fare della Juventus una squadra simpatica", dicevano, e pensavano: una squadra che perde sempre? Né si scusano di aver triturato un mito juventino e un gentiluomo come Ferrara. Con l’infinita serie di infortuni in allenamento, di che citare la società per danni. O una società quotata che non apre nemmeno la posta…
C’entra anche Torino, nel declino della Juventus: il ruolo ormai provinciale di Torino, come una Genova o una Palermo, città di media grandezza, che non sa farsi valere. Che ha perso il primato industriale che aveva con la Fiat. E con i telefoni e l'informatica ha perso anche il costante primato tecnologico durato oltre un secolo in Italia. A vantaggio di Milano ha perso anche la finanza, la sua banca, la più grande d'Italia, lasciando incorporare da una più piccola milanese. E ha poca passione per il calcio della città, non abbastanza per due squadre. Ma i fratelli Elkann hanno superato con la Juventus ogni ipotesi di ridimensionamento, per questo sbeffeggiati anche in città, per la Juventus più che per il disimpegno della Fiat. Servono da sofà alle varie carriere, politica, ferroviaria, ferraristica, di Montezemolo, l'uomo che non ha mai lavorato, e nulla più.
Le vergognose campagne contro Ranieri sono il segno della pochezza degli Elkann. Ridicola poi la sudditanza a Milano, che John Elkann chiama “le istituzioni”. A Mario Sconcerti, infatti, l’Erede ha voluto scrivere per negare di avere sabotato la Juventus: lui è, dice, per “l’osservanza delle regole e il rispetto delle istituzioni sportive”. Essendo impossibile che non sappia o non capisca cosa è successo, è evidente che ancora non ha completato la sua opera di distruzione.

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