Il racconto avvincente e, di più, il film, straordinariamente plastico, danno fisicità ai due capitalismi, oggi si direbbe due stili di vita: quello del risparmio e del timore di Dio e quello del piacere e dello scialo. Entrambi in grado di procurare prosperità e indigenza, certezza e insicurezza, e di avvicinare a una vita che si dà il suo scopo, uno scopo. È sui due approcci antitetici che il racconto è costruito, ma è sulla fisicità, delle persone e della cose, la spettralità e la magnificenza, che prende corpo, soprattutto nelle immagini, differenziando e scolpendo i caratteri. Che sono due mondi: il nordico e il meridionale, il germanico e il latino, il protestante e il cattolico, il riserbo (anche un bacio casto è uno spreco) e la dépense.
Karen Blixen, Il pranzo di Babette (Babette’s Feast)
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