astolfo
Afghanistan - È la Bactriana, un posto dove tutti gli eserciti si sono perduti. Da qui la leggenda di Alessandro Magno, che ne sarebbe tornato pazzo.
Democrazia – Non si esaurisce nell’uguaglianza, non in quanto fenomeno politico – è il fondamento sbagliato del liberalismo (l’interesse di ognuno non è l’interesse di tutti) che il socialismo reciproca. È chiaro dalla storia, dai fatti, che l’interesse generale, cioè la legge, il codice morale, la tecnologia, il rapporto con altre società, richiede un disegno concettuale, un riesame di volta in volta e una proiezione, al di fuori dell’interesse e anche della portata dei singoli. Anche a immaginare una società di perfetti uguali, tutti ugualmente abili e tutti ugualmente ardimentosi, avvertiti del proprio interesse e dei propri mezzi e timorati di Dio, il bene comune, sia esso la difesa della vita e della libertà o l’adozione di una particolare tecnica infrastrutturale o sociale, richiede un di più: una capacità di comando, una congiunzione favorevole di condizioni, una meta, sia pure sotto la costrizione o l’emozione.
Ne è paradigma Amsterdam, nel decennio 1620-1630: mercanti avventurieri confluiscono non costretti nella compagnia delle Indie, in clima repubblicano, e si afferma la tolleranza confessionale e razziale.
Vuole un pedigree. L’esercizio della libertà, l’uso dei diritti, richiede lungo apprendistato.
Concettualmente è semplice: è la felicità di vivere insieme con gli altri.
Disperazione – È uno stato morboso, ed è stato evento negativo per la filosofia, Schopenhauer, Kierkegaard, Heidegger. Oggi è ricetta televisiva e alimenta gli ascolti. È un fatto di marketing: il villaggio globale prospera nella disperazione. Tutto è disgrazia, finta e poi vera. Anche lo sport, anche la moda e lo show business. Con la partecipazione attiva dei maggiori soggetti sociali, medici, magistrati, poliziotti.
Ognuna di queste categorie ha come deontologia il contrario, la difesa della salute. Ma prosperano di più con la disperazione, diventano autorità morali e sacerdotali.
È un business da paesi ricchi: gli altri non hanno tv – ne hanno senza programmi, che non incidono nella comunicazione globale, non incidono. È una forma di controllo? È possibile: la disperazione non libera.
Giustizia – In Italia funziona così: c’è il colpevole, bisogna trovare il reato.
Guerra – Quella aerea è per procura. Contro la Serbia, per esempio. Per chi colpisce e per chi è colpito.
Ma, poi, sono secoli che non si vede il nemico: prima che con i missili si è ucciso a caso con i gas, le mine, i cannoni. Si fanno i film con i macelli e le mascelle, di cacciatori, piloti in duello, carristi, marines col coltello tra i denti, ma questi vengono dopo, fanno il lavoro degli avvoltoi.
Imperialismo – Quello contemporaneo è commerciale. Non più scomposto e insensato, come quando era un progetto politico.
È un progetto politico. Non è l’invincibilità militare, e nemmeno la superiorità: i romani e l’America hanno perduto delle guerre, ma hanno, hanno avuto, la supremazia o intelligenza politica. Con un deterrente militare, certo.
La pax americana è un imperialismo bizzarro, da cow-boy. Dalla Corea in poi, quando gli americani hanno cominciato a vagare per il mondo – prima era diverso: vennero in Europa come europei, mentre i Caraibi e il Sud America consideravano il cortile di casa. Il blocco di Berlino ne aveva fatto i tutori dell’Europa. Con Suez subentrarono all’Europa in tutto il Terzo mondo. Ma qui con semplice acume diplomatico.
Di Suez la storia è semplice. Nasser voleva la Grande Diga di Assuan. La Banca Mondiale, cioè l’America, si proponeva di finanziarla. Poi si ritirò dal progetto. Nasser allora nazionalizzò il Canale per reperire i fondi della diga. Francia e Gran Bretagna occuparono il Canale, con l’aiuto interessato di Israele, per difendere la Società nazionalizzata. L’Urss si schierò con Nasser, e una risoluzione dell’Onu costrinse Francia e Gran Bretagna al ritiro. La Grande Diga fu poi realizzata dai russi, e l’Egitto costretto a quasi trent’anni d’infeudamento a Mosca. Ma gli usa avevano soppiantato l’Europa nel suo ultimo feudo.
Novecento – È il secolo delle peggiori nefandezze della storia, della bomba nucleare e dei totalitarismi, bolscevico, fascista, nazista, dell’odio di massa, degli ebrei, armeni, palestinesi, dello spreco o annientamento di sé, nei consumi, il sesso, l’analisi. Delle tre incredibili guerre totali, Vietnam compreso. Però, chi è nato dopo il 1940 avrà vissuto l’intera sua vita in pace, per la prima volta nella storia. Questo deve avere un senso.
Occidente - È l’Euro-America, con l’Europa al traino degli Usa, ricca e lamentosa. Un modello pubblicitario più che una dottrina della libertà. All’esterno e all’interno: è il modello dei consumi. Del benessere attraverso i consumi. Che inducono una soddisfazione sempre più ridotta: da qui la “crisi”. E attraverso l’insoddisfazione la ricerca sempre più affannosa della crescita, del di più.
Perdono – Si pretende ora anche per colpe non commesse, tanto smodato ne fu l’uso da parte del papa Giovanni Paolo II. Chiese perdono anche ad Ali Agca, per due volte. Non il perdono per Agca, ma di Agca. Di un uomo freddo (è stato detenuto modello per avere ridotta la pena), che ha ucciso e voleva ancora uccidere non per passione ma per calcolo, e mai ha voluto dire la verità. Il Vangelo non si può leggere a questo modo, non nel senso della colpa. Non tra religioni (culture) differenti. La Turchia non ha portato e non porta per questo più rispetto al papa, lo ritiene anzi un debole e lo irride, o l’Iran.
Sinistra – Se c’è per assicurare l’uguaglianza, si deve misurare con: giustizia, scuola, sanità, trasporti e comunicazioni. La sinistra italiana quindi non è tale, poiché è incapace di assicurare l’uguaglianza. Anzi è doppiamente incapace: essendo questi settori a gestione prevalentemente pubblica, di sindacati e enti territoriali, essa è creatrice di disuguaglianza. Ne è esempio la difesa dei privilegi della magistratura, o degli ospedalieri. Chi ha naturalmente ha buoni avvocati, medici, assicurazioni, master, due o tre Mercedes con autista, le poste svizzere, o olandesi, e anche i guardaspalle privati. Chi non ha paga il mantenimento dei privilegi dei magistrati, delle forze dell’ordine, degli in segnanti, dei portantini, degli impiegati delle Poste.
astolfo@antiit.eu
sabato 10 aprile 2010
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