lunedì 10 maggio 2010

Bazoli non cerca più soci, né capitali

Tutti i dubbi sulla possibilità che Intesa dovesse ricorrere a nuovi capitali si ritengono fugati dalla conclusione della vicenda nomine, con la sterilizzazione del socio di maggioranza relativa di Torino, la Compagnia San Paolo. A differenza da Unicredit, Intesa non sarebbe ricorsa all’aumento di capitale per migliorare i ratios di sostenibilità, non ne ha bisogno, ma per diluire la proprietà con nuovi soci ed evitare ogni insidia torinese. Con Beltratti e Elsa Fornero, ora Bazoli è sicuro di non avere inciampi per un perodo abbastanza lungo.
Non c'è un vera insidia torinese, non c'è mai stata, solo il tentativo di far pesare in Banca Intesa il proprio pacchetto. Ma Bazoli ritiene che se si apre la questione del contare di più non si può predirne l'esito. Il rapporto con la Fiat post-Agnelli si era chiuso con una spartizione: Intesa usciva dal gruppo, la Fiat sterilizzava le sue posizoni a Milano, in Mediobanca e Rcs, pour mantenendovi uomini di rappresentanza. Un accordo confermato nell’ultimo giro di poltrone: Elkann si è presa la presidenza di Fiat, ma ha lasciato Montezemolo di rappresentanza a Milano, che ora rappresenta solo se stesso.
La soluzione Beltratti è benvenuta anche perché in questa fase dei mercati sarebbe stato difficile al pur imbattibile Bazoli giustificare come un investimento l’afflusso di nuovi capitali e nuovi soci. Il banchiere bresciano è sempre attento a far passare le sue operazioni di potere come operazioni di mercato e di buona amministrazione.

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