Il saggio sintetizza il libro che la filosofa ha in corso di pubblicazione, “Not for Profi: why Democracy needs the Humanities”, che l’insegnamento umanistico pone a fondamento della democrazia: “La democrazia si fonda sul rispetto e la sensibilità, che a loro volta si basano sulla capacità di vedere gli altri come essere umani, non semplici oggetti”. Questo bisogno Martha Nussbaum fonda sulle stesse esigenze di un’istruzione e una mentalità più scientifiche e più economiche: “La scienza e le scienze sociali, specie l’economia,… cruciali all’educazione dei cittadini, si praticano al meglio quando sono infuse da quello che potremmo chiamare lo spirito umanistico: approfondendo il pensiero critico, un’inmaginazione ardita, la comprensione empatetica delle esperienze umane di tante specie diverse”. La globalizzazione accentua questo bisogno: il mondo essendosi fatto complesso, gli eventi numerosi, la comunicazione immediata e multiforme, per orientarsi ci vuole senso critico, capacità di discernere e selezionare.
Gli Usa, contrariamente a quello che si dice, resistono meglio allo scadimento della formazione, grazie all’impronta persistente che Dewey ha lasciato nel modello universitario, “un modello di arti liberali”, che a sua volta influenza l’istruzione secondaria. Questo modello è sempre apprezzato nel Paese, e beneficia di un forte sostegno filantropico di individui e istituzioni. “In molte nazioni dell’Europa”, invece, “e dell’Asia, India compresa, Socrate è ormai fuori moda”.
Martha C. Nussbaum, Skills for life. Why cuttings in humanities teaching pose a threat to democracy itself, In “The Times Literary Supplement”, 30 aprile 2010
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