Il “papa straniero” c’è già, e non è Fini come si pensa - come Ezio Mauro che lo propone pensa. E'Bazoli, il patron di Intesa e del “Corriere della sera”. E ha già un segretario di Stato, Massimo D’Alema - Montezemolo, di cui il "Corriere della sera" registra i respiri, è solo l'uomo dello schermo. Sta finendo nel Pd come nelle farse, o nelle antiche corse ciclistiche, che i più generosi e avventati tirano la volata a quelli che controllano il gruppo, che poi sono i campioni veri: il ticket Bazoli-D’Alema non è scritto in nessun posto, ma è stato deciso a Milano nella primavera del 2009, per rilevare l’accoppiata stanca ex Ulivo, Prodi-Veltroni, e si sta guadagnando sul campo i galloni di padrone della corsa.
Bazoli e D’Alema sono due cavalli di razza, come usava dire, e non hanno bisogno di scalciare. Fanno sempre la mossa giusta, che per il momento è mandare allo sbaraglio tutte le ballerine del Partito, avendo il senso della strategia e della tattica. La strategia è la candidatura di Bazoli alla presidenza della Repubblica in fine legislatura fra tre anni, quando l'avvocato avrà gli stessi anni che il presidente Napolitano aveva nel 2006, quando assunse la carica. Il posto tocca ai cattolici, nell'alternanza non dichiarata ma ferrea che sovrintende al Quirinale, e Bazoli è un candidato cui nessuno potrà opporsi. Forse nemmeno, in ragione della milanesità, lo stesso Berlusconi.
D’Alema sarà allora il leader alle elezioni politiche: quello che non gli è riuscito nel 2006, quando si inventò Napolitano presidente, perché la piazza era occupata da Veltroni, non avrà problemi a realizzarlo fra tre anni. La psoizione che si è assunta, di presidente della commissione sui servizi segreti, gli consente il massimo della discerzione con il massimo del potere. Che D'Alema mostra di saper usare con perizia. La sua scelta, da parte della Milano che conta, si è avuta nelle more della deflagrazione giudiziaria a carico di Berlusconi che D'Alema preannunciava e poi realizzò a Bari. Tra l'altro salvando anche il posto al suo sindaco, il giudice Emiliano,che aveva perduto il primo turno delle comunali - D'Alema è uno che "mantiene" le promesse.
Il nuovo ticket è l’unico in grado di tenere unite le tante anime del Pd, il frazionismo cattolico e quello ex Pci. La fortissima insoddisfazione dei cattolici è già stata un paio di volte tenuta a bada da Bazoli, specie in occasione della scissione operata da Rutelli. D'Alema non ha lo stesso ruolo nel Pd. Ma guarda ai suoi come Moro guardava ai Dc: dirigendoli col non fare e non dire, sicuro che al tirare delle somme faranno capo a lui.
Il ticket è anche editoriale: Bazoli e D'Alema fanno coppia sul "Corriere della sera", in antitesi netta col "partito" del gruppo L'Espresso-Repubblica, cioè contro Ezio Mauro e Carlo De Benedetti. E si battono sullo stesso terreno di Mauro e De Benedetti, quello della ex Dc: Mauro a torto è stato associato, col suo "papa straniero", a un personaggio laico o a se stesso, ma è De Benedetti che detta la linea, e l'editore è sempre stato ed è con gli ex Popolari - fu con Veltroni, a suo tempo, in funzione di vice-Prodi.
Effetto curioso, ma non secondario, di questo schieramento è vedere sul "Corriere della sera" una inconsueta presenza confessionale, perfino parrocchiale. La dirigenza laica della casa editrice, e quella ex Pci del quotidiano mettono sempre più in pagina omelie cardinalizie, commenti di storici della cheisa, presentazioni e interviste dello stesso Bazoli, e perfino le lettere pie delle elementari calabresi per la bontà e la pace nel mondo.
sabato 12 giugno 2010
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