venerdì 11 giugno 2010

Ombre - 52

“Se i conti peggiorano, necessari altri interventi”. È il ragionamento lapalissiano: se piove, aprire l’ombrello, eccetera. Lo fa il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. Ma Draghi non è stupido: vuole agevolare altri attacchi alla lira?

Gabriele “Lele” Oriali, per una dozzina d’anni factotum dell’Inter e suo volto buono, viene liquidato per fare posto a un uomo di Benitez. Nemmeno mezzo ritratto simpatico dei giornalisti lombardi, nemmeno mezza riga di critica dell’improvvisa e immotivata liquidazione. Moratti, che già s’era com portato alla stessa maniera con Mazzola, è quello che è. Ma i giornali? I giornalisti? È Milano: sempre sul carro del “vincitore”.

Sarzanini, inflessibile, ogni pochi giorni trova una casa nascosta a Bertolaso: a via Giulia prima, poi in Costa Azzurra, ora sulla costiera sorrentina. Questo è positivo: significa che la Guardia di Finanza, che la tiene informata, ha buon gusto, cerca le magagne di Bertolaso in posti belli. Ma perché non ci dicono subito, la Guardia di Finanza o Sarzanini, dove ha la seconda casa Bertolaso, che certamente ce l’avrà?

Il Pd ha chiamato a decidere sui massoni nel partito un comitato etico presieduto dal professor Luigi Berlinguer. Di una famiglia cioè che, diceva un tempo il loro cugino Cossiga, è di massoneria eminente.

Denis Verdini, spadoliniano (allievo e poi assistente del professore Spadolini al “Cesare Alfieri” di Firenze), è chiamato a dura prova, come il suo maestro, in tema di laicismo. Spadolini dovette provvedere, con qualche sgomento, alla legge contro le logge segrete. Verdini è vessato con cattiveria a Firenze, L’Aquila e Tempio Pausania da Procure della Repubblica molto laiche, anche se nel segreto: non c’è nulla di più vendicativo dei laici di logge diverse.
A Verdini all’Aquila contestano di avere favorito la mafia. E la Madonna no?


Unicredit fa fuori la Roma, la squadra di calcio. L’ultima concorrente da qualche anno dell’Inter verrà “ceduta al miglior offerente” dall’interista Profumo. Non è vero, ma è vero – il “Corriere della sera” lo dà per certo e normale: Milano non si vergogna di niente.

“Ho fatto incontrare D’Alema a Tronchetti Provera tramite Lucia Annunziata”, dice Tavaroli a “Repubblica”. Ma l’Annunziata non era di De Mita?

Michele Santoro si è fatto due prime pagine sui giornali “abbandonando la nave” di “Annozero”. E altre due prime pagine per il suo passaggio ai docufilm. Poi si è fatto due prime pagine annunciando la sua uscita dalla Rai, perché i docufilm costavano troppo, e altre due annunciando che (forse) sarebbe restato alla Rai. Infine, ancora altre quattro pagine, due e due, si è fatte su “Annozero” la prossima stagione, che non ci doveva essere e invece ci sarà. In totale, dodici prime pagine di giornale per niente, su un tema che non interessa a nessuno – Santoro non ha nulla a che vedere con la libertà d’opinione. È indigente il giornalismo? È troppo furbo Santoro?

Il giudice Spataro, famoso per le maglie larghe in alcune inchieste, tra esse quelle per l’assassinio di Fausto e Iaio (1978, centro sociale Leoncavallo) e dello stesso Walter Tobagi (1980), il giornalista del "Corriere della sera" oggi tanto celebrato, delitti maturati ed eseguiti nella sinistra, e per le maglie strette nell’inutile inchiesta su Abu Omar, sequestrato dalla Cia, pubblica un libro di 600 pagine di nessun interesse. Che si merita un pagina del “Corriere della sera”, anch’essa di nessun interesse. Il giudice è anche l’unico meridionale, negli ultimi cinque o sei anni, a meritarsi una pagina lusinghiera del “Corriere della sera”. C’è un’amicizia particolare tra Spataro e il giornalista Ferrarella? È lo splendore soggiogante della Procura della Repubblica?

Solo pagine interne, titoli in colonna, e poche righe di testo per colonnello della Guardia di finanza che a Bari è arrestato per aver diffuso verbali e altre carte segrete sulle puttane di Berlusconi. Silenzio totale invece sulle tre giornaliste cui il colonnello ha dato le carte. Una delle quali in cambio delle notizie avrebbe promesso di dargliela.
La giustizia non è uguale per tutti, certo. Ma dov’è il dovere di cronaca? Diteci il nome delle giornaliste, via. Diteci cosa scriveva loro e diceva al telefono il colonnello. Perché privarcene?

Berlusconi ha criticato, tra i tanti serial di mafia, “Il capo dei capi”. Il “Corriere della sera” fa dire all’ex giudice Ayala: “Una volta ho parlato con insegnanti del quartiere Brancaccio infuriati per lòa serie”. Il “Corriere” da solo non ce l’avrebbe fatta a dirlo.

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