Uno vede Fini parlottare con Bongiorno, due profili molto lusinghieri, la foto più ambita dei quotidiani di Lor Signori, e viene ributtato indietro a Andreotti, che dell'avvocatessa Bongiorno è il patrocinato più illustre. All’essere cioè e al non essere, al qui lo dico e qui lo nego, ai dossier, al non fare, al governo attraverso la crisi. E alla spietatezza: i nemici Fanfani e, soprattutto, Moro l’hanno ben sperimentata, non c’è stata pietà per loro. I dossier ci sono già, dunque prepariamoci presto alle forche.
Fini magari un giorno andrà al potere riducendo anche lui l’imposta sul sale, se c'è ancora. E fin qui tanto di cappello. Ha già liquidato la sua Banca d’Italia, nella persona del ministro dell’Economia Tremonti, onesto controllore della Banca d’Italia finiana di Fazio. Quindi su questo fronte siamo coperti. Ha in manifesta amicizia Procuratori della Repubblica come Trifuoggi, che contro Del Turco non porta prove ma starnazzamenti da letto, e quindi siamo avvertiti, l'onorevole ci tiene per le palle (insieme con l'avvocatessa?). Poi magari anche lui scoverà un Sindona per salvare l’euro, ma l’euro non è di nostra competenza. L'esito del resto è noto: l'uomo di destra che fa il governo di Berlinguer. Magari riempiendolo dei più vecchi e inconcludenti arnesi politici su piazza, ma quel governo vuole a tutti i costi, anche di morti eccellenti - caso storico fu quella dell'onorevole Moro. Governo non inutile, se servirà come allora a distruggere l'Italia, per distruggere l'alleato Berlinguer. Ma c'è un ma: non c’è più terrorismo da combattere, e dunque su quali basi la solidarietà nazionale? Deve scoppiare una bomba? E resta il suspense sui patiboli: chi ci appenderà il nuovo Andreotti? A parte il busillis di scambiare Berlusconi per Berlinguer.
Perché le forche ci saranno, lo spettacolo è assicurato: non c’è salvezza al richiamo del peggio. Questa seconda Repubblica sarà stata un festival di revenant - si spiega anche così Berlusconi, il successo di Berlusconi: uno così effettivamente nella Repubblica vera non c’era. Pensare che Andreotti è stato processato a Palermo come mafioso e mandante di omicidi, e a Perugia per omicidio. Entrambe le volte salvato in appello dall'avvocatessa Bongiorno. Uno si aspetterebbe da queste esperienze una crudeltà mitigata. Ma Andreotti è questo: il peggio è invincibile – l’avvocatessa dirà che è stato il trionfo del diritto, quale diritto?
mercoledì 16 giugno 2010
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