zeulig
Amore – Non si discute. Dire l’uno all’altro cosa non va e come dovrebbe andare serve solo a sancirne la fine. Si può ricostruirlo, costruirgli le fondamenta. Rifare la corte, ricostituendo la prima immagine dell’innamorato, per esempio. O sorprenderne una forza/debolezza. Ricostituirne insomma il nimbo, facendo un passo indietro dal ragionamento per rivivere la passione cristallizzata che Stendhal, incapace d’amore, teorizza. Oppure accettare l’altro per quello che è, senza presumere più di tanto di sé. O anche soltanto giocare di tanto in tanto il ruolo nel teatrino, in attesa di tempi migliori. Ma bisogna averne voglia. Cioè essere innamorati.
Cane – Imita il padrone. Vita dura deve avere – vita da cani. Per sentimentalismo.
Lo è un uomo che si specchia in una donna, un uomo innamorato. Amare è da cani?
La donna innamorata non imita il cane, non si specchia - le donne non sono sentimentali.
Classe - È il comunismo che l’ha abbattuta, oppure il capitalismo? Il comunismo ha eliminato le differenze di classe, nell’egualitarismo. Che il capitalismo ora cavalca: marcia trionfale nel deserto. Delle passioni e perfino degli interessi. I gruppi d’interesse non hanno più controlli, e indisturbati prosperano, più spesso delle disgrazie altrui. Hanno vinto e dominano, non con la costrizione ma per intima convinzione delle masse. O corruzione: è questo il guasto del comunismo che perdura, si chiami pure abolizione delle differenze di classe.
Conservazione - È una forma di possesso – e viceversa il progressismo è una forma di dispossesso, da cui il suo carico liberatorio. Ma entro limiti: l’una a n certo punto conserva l’individuo, quindi lo libera, l’altro lo spossessa di ogni facoltà critica, per ottimismo o conformismo, lo asservisce in realtà o lo rincretinisce (livella).
Cristo – L’uomo-dio ucciso dagli uomini. All’origine del cristianesimo c’è un delitto: gli uomini uccidono Dio. Non più metaforicamente, col peccato, ma con i chiodi sulla croce.
Il cristianesimo è, allora, non una religione della consolazione (pietas, caritas) ma della violenza umana. Sotto forme spirituali o sentimentali – il prometeismo. E sotto quelle razionali e pratiche – l’Inquisizione, Hitler.
Critica – Deve capire, quella politica come quella letteraria. Capire per spiegare. Quella demolitoria è un’assurdità: l’uomo, essendo nato disteso, intende rialzarsi, quindi non ha senso volere tutti stesi.
Darwin – Se la lotta per la vita e la selezione naturale sono vere per il mondo, lo sono anche per l’uomo? In parte sì, nella procreazione, nell’alimentazione. Nelle funzioni naturali, cioè. Nella guerra già non più: non c’è nessuna ratio nella guerra, tantomeno la sopravvivenza del più adatto. Lo specifico dell’uomo esula dal mondo darwiniano, l’uomo è la sua storia: è il pensiero (la memoria, l’esercizio) e la fantasia. E in esse Darwin non ha posto.
Liberarsi di Darwin per liberarsi? È indubbio che il principio ordinatore della natura, non solo dell’uomo, dev’essere altro. Forse un non principio.
L’ordinamento di Darwin è una delle forme di organizzazione della vita e della società (id. Marx) che realizzavano la democrazia nell’Ottocento. Delle forme protettive, che mettono in conto la qualità con la necessità. Prolungate nel Novecento quali salvaguardie delle minoranze, o delle maggioranze senza poteri. Ma la gforma più democratica della democrazia resta l’individuo e la differenza.
Dio – Non può aver fatto il mondo per cattiveria, perché è buono. Né per bontà naturalmente, poiché al mondo c’è il male. Dunque, Dio non ha fatto il mondo.
Il che non vuol dire che Dio non esiste. Il mondo lo invidia appunto perché è altra cosa.
Dio è scontento. Perché crea.
È varietà, essendo in ogni singolo atomo o istante. È incostante.
Durata – Va concepita non come estensione ma come permanenza. Della storia ma non come tempo – dei caratteri.
Ereditarietà – “Uno dei temi più misteriosi del teatro greco è la predestinazione dei figli a pagare le colpe dei padri. Non importa se i figli sono buoni, innocenti, pii” (Pasolini, “Lettere luterane”, avvio). È la persistenza dei caratteri. Genetica forse. Sicuramente psicologica (pedagogica, cioè gerarchica, istintiva, cioè ripetitiva, indotta, cioè storica). Duemila anni fa i Sardi e i Bretti prendevano ostaggi, oggi pure. Il Texano sparava nelle praterie duecento anni fa, e non ha smesso oggi che, lòevigato, va all’Opera in Bmw. Le abitudini, se cattive, si inducono anche.
Errore - È la via dell’intelligenza: la mente animale non può crearsi la realtà, e neppure il futuro, è intelligente se scopre dove sbaglia.
Esistenzialismo – In quanto filosofia del nichilismo contraddice la filosofia, che si esercita per cercare una via d’uscita al nichilismo originario (naturale). Un’opera allettante letterariamente, ma da dilettanti del giudizio – Heidegger s’innamora di Hitler (fino al punto da contrapporlo al nazismo!), Sartre di Stalin.
Inferno – Esisterà pure, ma è un peccato di superbia senza uguali: per i peccati di un momento dare una pena eterna. Peccato d’orgoglio perché concettuale, prima e più che gesto d’ira, necessariamente passeggero.
Ci incontreremo dunque Dio – o l’ha inventato il diavolo? propriamente, sarebbe invenzione demoniaca.
Laicismo - È l’atteggiamento mentale dell’individualismo. Di cui mette a frutto la virtù, l’autonomo giudizio. Che è anche un vizio, quando non è sorretto da capacità critica.
Il laicismo è per persone istruite, e ancorate ai valori democratici. Ancorate dall’ereditarietà, dalla tradizione.
Ricchezza – Quella immensa di oggi e crescente (la cerazione della ricchezza) è immateriale, i suoi tesori inesistenti per sé e in necessari. Pochi sono i beni e i lavori necessari, e un uso limitato al necessario ne richiederebbe ancora meno – poco, pochissimo, petrolio se serve ad alimentare il fuoco.
Sensi – Creano il mondo. Per accumulo anche: l’ereditarietà si genere per il lungo lento deposito di percezioni e reazioni sensitive.
Il cervello è muto senza i sensi. La memoria è agita dai sensi, continuativamente (razionalmente) o occasionalmente. Le omissioni e le afasie della stanchezza o dell’età nascono dall’allentamento della relazione sensi-intelligenza.
zeulig@antiit.eu
martedì 22 giugno 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento