Della sensibilità poetica che può non essere sentimentale (morale). Ha il dono della parola come se dipingesse. O scolpisse. Pensa a se stessa di se stessa come il ricettacolo dei dolori del mondo, da vecchia adolescente, e invece scalpella tornito.
È l’effetto della malattia, questo superamento della sensiblerie? O è questa, semplicemente, un a macerazione di cultura – il Weltschmerz è senz’altro una Zeitgeschichte?
Alda Merini, La presenza di Orfeo
giovedì 29 luglio 2010
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