martedì 20 luglio 2010

Il colpo di coda Dc parte dalle caserme

Le mine disseminate dalla Dc, a lungo inattive o mascherate, scoppiano ultimamente a ritmo preoccupante. Anche perché si coprono, pur essendo assassine, con i crismi della legge. Nelle inchieste baresi, in quelle di Quattrocchi e Capaldo, nel Csm, nel Tar del Piemonte. Riattivate e avallate incautamente dal partito Democratico. In una con la reviviscenza tutta democristiana che sogna da un anno il Grande Centro. Rilanciato da Fioroni e Casini, compresi i vecchi arnesi come Pisanu, De Mita, Mancino, forti del previsto dissolvimento del Pd e del Pdl, e quindi dei contributi di Rutelli e Fini, col fiancheggiamento della grande finanza, tutta cattolica. Il Vaticano di Bertone non ci crede, ma gli ultimi mohicani Dc sono talmente sicuri di sé da non guardare in alcun modo Oltretevere.
In prima linea sono i residui giudici democristiani, a Torino, Firenze e Roma. Il caso di Torino è il più sinistro: che un tribunale amministrativo possa ritenete tranquillamente non valido l’estensione al candidato presidente regionale del voto di lista a lui apparentato, che è la norma da una ventina d’anni, questo ha fatto sussultare molti, l’illegalità cioè dichiarata, l’improntitudine manifesta – il democristiano è sempre quello che qui lo dico e qui lo nego. Anche perché un sinistro rumore di stivali si agita in sottofondo.
Conoscendo i democristiani è difficile immaginarli impegnati su un fronte militare così ampio e preciso. Non perché non ne abbiamo il fegato, l’ultima Dc si è mostrata capace di ogni turpitudine, compreso l’assassinio politico. Ma perché sono confusionari. Invece la manina delle intercettazioni prima, poi della collocazione delle stesse presso una Procura, quindi dei tempi della rivelazione, e infine dei verbali pronti, ogni giorno, o ogni due giorni, lavora tempestiva, ordinata, disciplinata. Da caserma? Molte indicazioni, per prime dalla cronaca giudiziaria, dicono che le indiscrezioni vengono da fonti militari. Questo configura un golpe nel senso proprio del termine: non è più l’antipolitica all’opera, dei padroni dei giornali e delle banche, è un’eversione militare.
Non sia meraviglia. la parola è grosso ma purtroppo non è una novità. Abbiamo avuto quarant’anni fa i giudici emeriti di Milano e Roma che hanno coperto le bombe, Caizzi, Amati, Occorsio. Abbiamo ora lo scalfariano Capaldo che da solo scoperchia l’Italia, Fastweb, Finmeccanica, Grandi Appalti, la Cricca, la P 3, e prossimamente il Csm. Tutto da solo non può farlo, solo per le intercettazioni, le trascrizioni, le fotostorie, la diffusione, sempre calibratissima, ci vogliono spazi e forze, grandi apparati.

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