La lottizzazione di Castello, il vero scandalo della Procura di Firenze, fu decisa personalmente dall’ex sindaco Ds Leonardo Domenici con Diego Della Valle. L’ex assessore all’urbanistica, anch’egli diessino, Graziano Cioni, ha respinto ogni accusa, affermando che il progetto di Della Valle, in sintonia con l’ex Fondiaria proprietaria dei terreni, confluita nella Sai di Salvatore Ligresti, fu avallato dal sindaco, ora europarlamentare (quello che, appena indagato, s’incatenò a Roma davanti al giornale “la Repubblca”), “a pranzo” con lo stesso Della Valle,
Nascosto da giornali nelle pieghe della cronaca locale, prosegue a Firenze il vero scandalo. Attorno al quale una lotta non tanto sorda si sta combattendo alla Procura di Firenze. Che dopo aver avviato le indagini le ha convogliate in un filone secondario, quello della Scuola dei marescialli della Finanza, sempre nell’area di Castello, che le ha consentito di indagare, qui con grande abbondanza di pedinamenti e di intercettazioni, gli esponenti della destra, da Verdini a Bertolaso,
Il grosso scoglio di questa seconda indagine è che l’appalto della Scuola alla società sponsorizzata da Verdini l’ha dato Di Pietro quand’era ministro. E che la stessa impresa ha già avuto ragione in tribunale e in appello sulla revoca dell’appalto.
L’attesa è ora che lo scandalo Domenici venga archiviato, dopo aver dirottato l’attenzione da un paio d’anni sul “folkloristco” Cioni. Firenze è città molto opaca, di conventicole in lotta tra di loro. E in questa logica opaca è che si archivi presto l’indagine aperta dai gruppi di destra contro quelli di sinistra. In attesa di archiviare successivamente quelle a carico di Verdini e Bertolaso. Renzi, il sindaco successore di Domenici, si è riservato di decidere sul progetto Castello quando è stato eletto due anni e mezzo fa, ma non l’ha mai fatto. Renzi è anch’egli democratico, ma di provenienza Dc – area cui peraltro apparteneva originariamente lo stesso Della Valle..
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