Il qui lo dico e qui lo nego, e il rinvio, costante, inaggirabile. A Firenze sembra di rivivere gli ultimi, eterni, decenni della Dc, e non sono nemmeno tre anni dacché il giovanissimo Renzi mise nel sacco alle primarie le vecchie volpi ex Pci, e le costrinse poi a votarlo massicciamente. Non fa che rinviare, Renzi, l’area di Castello, la seconda tramvia, la terza, gli Uffizi, e ora l’Alta Velocità. Non obietta, non ha una proposta da avanzare invece di un’altra, ma ferma tutto.
Fa capire che tutti i contratti devono essere rinegoziati con lui. Che lui non è Domenici, il sindaco precedente, anch’egli democratico ma diessino. E anche questo riporta alla vecchia Dc: mostrare subito chi comanda. Per fare che non interessa. Senonché il blocco dell’Alta Velocità comporterebbe penali gravosissime, e tutta Firenze sta col fiato sospeso.
Se ne potrebbe arguire pessimisticamente che non ‘è novità possibile, che anche i giovani nascono vecchi, eccetera. Ma è solo un rigurgito di vecchia Dc. Che si dà fiato prospettandosi la deflagrazione del Pd, una corsa in tempi ravvicinati a raccoglierne l’eredità. Se non è questa prospettiva, appunto, a scoraggiare gli elettori, allontanando i simpatizzanti e ingrossando le fila di Berlusconi.
mercoledì 21 luglio 2010
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