Herta Müller, che non si potuta leggere prima del Nobel perché anticomunista (se non per la perspicacia di Roberto Keller, editore minimo di Rovereto), viene in Italia, ospite degli stessi cominformisti che l’avevano proibita, e la prima cosa che dice è: “Come fa questo bellissimo Paese a votare a destra?”. Il come è semplice, anche se lei forse non c’è abituata: con la scheda. Ma forse la scrittrice voleva compiacere gli ospiti. È vero che il pensiero unico è co(mi)nformista.
Si chiudono la biblioteca e l’archivio Pertini a Firenze, dono dell’ex presidente, ogni anno consultati da un centinaio di studiosi, senza una ragione e senza preavviso. Cioè una ragione c’è, mormora qualche impiegato di malavoglia: il Comune vende l’immobile, che è di sua proprietà, e ritiene che vendendolo vuoto ci ricaverà qualcosa in più. L’odio socialista è ancora dominante nel compromesso.
Le firts ladies africane a Parigi per i cinquant’anni della fine dell’impero appaiono, nelle atroci foto della sfilata, imbiancate. Si è celebrato il cinquanten ario per promuovere l’industria delle creme?
Tutta l’Italia scrive a Quattrocchi, informa “la Nazione”, per avere giustizia. Leggendo, si scopre che sono quasi tutti condomini, e appaltatori di opere pubbliche che denunciano i concorrenti. Che Italia reale è? I condomini scrivono quando l’amministratore lo consiglia, per “istruire la pratica”.
“Sono presunti innocenti”, dice Maroni dei politici suoi compagni di governo accusati di massoneria segreta. Non bisogna più essere colpevoli per perdere l’innocenza, ora si è innocenti sub iudice. Maroni, benché ministro dell’Interno, è leghista, e si sa che i leghisti hanno un’idea peculiare della giustizia – molto lombarda, del “ghe pensi mì”. Ma non bisogna sottovalutare le novità, non c’è limite al peggio.
Nel thriller famoso “Presunto innocente” diventa il giudice che indaga.
È un nuovo 1992, è una nuova Mani Pulite, come Craxi sbagliò…, i giornali disappetenti ripetono stanchi gli stessi argomenti. Si dice anche che la tragedia ripetuta finisce in commedia, o qualcosa di simile. Ma l’esercitazione è soprattutto dei giornali di Berlusconi o a lui vicini, il gruppo della “Nazione”, “Il Tempo”.
Ganzer sarà innocente, ma tutti i documenti contro di lui vengono dai carabinieri. In forma ufficiale e anonima. La questione morale è la questione morale stessa. Di tutti gli inquirenti, giudici e carabinieri.
È una coda delle bombe mai acclarate? Il passato che non passa.
Sul “Corriere della sera” di Firenze, Mihajlovich risponde domenica tra gli altri a Sofri. Il calciatore non era simpatico - tanto più per essere finito interista… Ma quanto più intelligente, politicamente, di Adriano. Sulla guerra civile – detta da uno che aveva i killer in famiglia. Sulla guerra alla Serbia di D’Alema. E sugli stessi criminali di guerra Arkan e Milosevic.
La nota di Sofri rilanciata su Facebook è la solita, pallida, letteratura della guerra umanitaria.
Dice Berlusconi che il diritto all’informazione non è un “diritto assoluto”. E che “la libertà dell’individuo trova un limite nella libertà degli altri”. Due fondamenti della libertà, e due ovvietà. Ma non per il manipolo di giornalisti e giudici che ci governa, che li imputano al fascismo di Berlusconi. O lo sanno, e fanno il gioco di Berlusconi? Che è, si sa, uno specchio fedele – in sé sarebbe poca cosa.
Si merita tutti i giornali Gattinoni con un abito superlusso che vuole un monumento alla libertà di stampa, contro il disegno di legge sulle intercettazioni. È la regola delle pubblicità, e pazienza. Ma il designer della casa è quel Mariotto che finora non si sapeva perché dovesse turbare le modeste serate di “Ballando sotto le stelle” col suo severo cipiglio di giurato. Col quale ha accompagnato alla vittoria il principino Savoia. Mariotto è monarchico?
Si usa l’inglese anche dove c’è il corrispondente italiano più chiaro. A Milano si usa anche a sproposito, un inglese maccheronico è stato adottato per le qualifiche e le carriere - per intimorire gli interlocutori? per lusingare i titolari? “Vanity Fair”, edizione italiana del settimanale della Condé Nast (“Vogue”), si fregia di una cinquantina di qualifiche, tra esse alcune senza senso: ha degli (delle) International Editors, che non sono redattori agli esteri, non sono niente, e un Executive Vice President Editorial che è solo una qualifica un po’ lunga per un collaboratore, Verdelli.
Un gelato e una coca a Porto Cervo sono costati sessanta euro a una signora francese. Che, benché ricca, se ne è lamentata. Ma aveva torto, fanno dire i giornali alla proprietà del locale: “Con una vista come la nostra, il prezzo non è esagerato”. La vista è “mozzafiato”, dicono le cronache, sui megayacht ancorati nel porto.
La Panda a Pomigliano si calcola che produrrà il 15 per cento del pil di Napoli. Il calcolo non è contestato. Tace anche la stessa Cgil che non la voleva. Tacciono gli intellettuali che hanno tifato per la Cgil al referendum.
Tra gli oppositori della Panda a Pomigliano si sono distinti illustri filosofi, quale Augusto Illuminati. Polemista di globalproject.info, Illuminati ha prodotto per il sito più pezzi ironici sul TINA chomskyano, “There Is No Alternative”. Che è un baluardo della libertà, il rifiuto della soluzione obbligata. Ma il professore, come la Cgil, non dice l’alternativa. Dev’essere uno di quelli del “tanto peggio tanto meglio”, che fece grande Togliatti, nulla muore in natura.
Riesce “Alfabeta”, rivista intellettuale per intellettuali. Pensata e scritta come nel 1980, al tempo della prima “Alfabeta” – la mezza verità brillante, che però è tutta bugia. Anche la grafica è ripetitiva, i bastoni, la carta. L’Italia è proprio sovietica.
Per restare in tono, Eco riesce ad essere noioso, co(mi)nformista anche lui.
Eco pontifeggia\ sull’“Alfabeta” ritornato\ come una scheggia,\ seduto sul sagrato.
Oppure: Eco s’è tagliato\ con la barba\ in senso lato\ anche la ghirba
“Alfabeta 2“ esordisce con un testo di Augusto Illuminati che è puro ’77 – la confusione, la violenza. Uno che pure sa riconoscere lo spessore – e l’onestà no? - di Jim Morrison. Il settantaciquenne professore di filosofia di Urbino scambia l’Onda – cos’è? - col movimento, col Sessantotto . S’informa cioè per procura di cosa succede all’università? Ma nel ’68 non era contro?
L’anno scorso Illuminati ha pubblicato “Per farla finita con l’idea di sinistra”, e certo vuole dare un contributo.
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