Tre puntini di sospensione chiudono la lettera aperta del presidente della Camera Fini per fare luce sul Montecarlo Gate. Dopo aver confermato tutti i punti dubbi della vicenda, compreso il suo personale interessamento, Fini chiude minacciosamente con i puntini di sospensione. Come a dire: ve la farò pagare. C’è molta ilarità per questo nella stessa Camera, cui però segue, in ogni deputato, la considerazione un po’ impaurita: a un presidente della Camera non dovrebbe essere consentito. Non tanto l’ortografia, quanto l’uso della carica a bassi fini politici, di gruppo politico.
Fini usa la carica di presidente della Camera per costituirsi una “corrente” politica. Questa è una novità assoluta, si dice. E piccona, se ce sono ancora, le istituzioni residue dopo l’assalto della Seconda Repubblica. In altra epoca sarebbe stato impensabile, oltre che impossibile: pensare a un Ingrao, una Jotti, un Napolitano, che brigassero politicamente dallo scranno di Montecitorio è impossibile, si dice a sinistra e anche a destra. Un qualche precedente Fini lo trova in Violante, ma erano gli anni della presidenza Scalfaro.
Napolitano certamente non è un golpista, ed è anche una fine mente politica. Ma forse non ha molto coraggio. Il fatto è che disturba molti, e nel partito Democratico più che tra i berlusconiani, che il presidente della Repubblica non trovi uno strumento appropriato per bloccare l’uso dissennato della presidenza della Camera a fini di “corrente”.
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