mercoledì 4 agosto 2010

Il Grande Centro debutta con un rinvio

Il Grande Centro esordisce dunque con un autogoal. La mozione respinta contro Caliendo dà un po’ di sostanza alle fanfaronate di Berlusconi. E l’astensione dei tre belli della Repubblica ne sottolinea le ambiguità. Infinite, come le ambizioni. Un progetto per l’Italia che debutta con un’astensione sarebbe ridicolo a tutte le latitudini politiche. L’Italia fa eccezione giusto perché la Rai e i giornali sono ancora sovietici.
Per il varo del Grande Centro è stato riesumato pure Buttiglione, che è alto come Fini, Casini e Rutelli ma non altrettanto bello, e ogni italiano che legge ha capito. Ha capito che il rinvio è la cifra dei vecchi giovani. Ai quattro s’è naturalmente appaiato Lombardo e questo riempie d’ombra il quadro. Tanto più che per lui, accusato ben più che da uno Spatuzza, Fini s’è turato il naso (ma rischia l’asfissia, se dovrà chiedere i voti ai siciliani di Casini, nonché allo stesso Lombardo). Nella migliore delle ipotesi l’annunciato debutto è una recita rinviata. Ma si sa che il rinvio è l’arma della politica corrotta.
Per ora il Grande Centro fa felice giusto la Rai, rimasta contro venti e tempeste pervicacemente democristiana. E i grandi giornali laici, per motivi che si possono solo supporre – di cui il vecchio “sfascismo” di Pannella è il più benevolo. Il prossimo passo, posto che si vada alle elezioni come Fini auspica, sarà il ritorno al proporzionale. Fini che ritorna al proporzionale è tutto dire, ma i suoi nuovi alleati solo su questo hanno idee chiare. Del resto, pur concertando l’astensione, ha “lasciato liberi” i “suoi” ministri di votare a favore di Caliendo: quello che si dice un vero Capo. Con una rotta precisa in mente, altro che mare in tempesta.

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