Non si ristampa più (l’ultima edizione è del 1981), né si approfondisce, si precisa, si contestualizza, questa opera modesta e capitale del parroco di un paesino grecanico della Calabria meridionale ionica. Un repertorio tra l’altro di grande umanità, nel senso dell’umanesimo classico. Specie sull’onnipresenza femminile, di una Madonna che è Theotòkos e Odighitria, madre di Dio e guida, ma anche Glikofilusa, dolce bacio, Everghetissa, benefattrice, Galaktotrefusa, allattante, Platytera, più grande dei cieli, Omilusa, che ha compassione del popolo, eccetera. Nel quadro di una religiosità primaria costante nei secoli, di una fede che con la santità privilegia il suo carattere di soggettivismo, o anarchismo, esasperato.
Millecinquecento monasteri greci del regno di Napoli, di cui non meno di quattrocento solo in Calabria, e non una storia. Un tentativo di farne la storia, Tutta la bibliografia di Ferrante è straniera. L’unità d’Italia, che non ha apportato un sano laicismo, ha cancellato del Sud e la Calabria anche la religiosità.
Nicola Ferrante, I santi italo-greci
domenica 15 agosto 2010
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