Si ripropongono per la terza o quarta volta un autore e un personaggio che sono stati materia di una seguita serie tv trent’anni fa, e ora viaggiano stanchi. L’ispettore Morse è simpatico: alla mezza età non cura la fitness, è scapolo ma ci sa fare, ha studiato ma non lo fa pesare. A Oxford, setting dai molteplici spunti E ama l’opera. Ma non morde, forse perché già visti più volte, lui e la città. Un tentativo di rinvigorire le storie sul satellite col suo assistente Lewis, liberandosi dell’ingombrante Morse, è morto alle prime puntate. La riscoperta ha il merito di ridimensionare il testo di fronte al film, come già con Poirot, Miss Marple, Montalbano e perfino con Maigret: lo scrittore vivrà dei tempi, le figure, le ambientazioni che gli autori dei film s’inventano. Ma fino a un certo punto, ecco.
Colin Dexter, L’ultima fermata per Woodstock, Sellerio, pp. 344, € 14
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