L’ex prefetto Contini, una signora che Berlusconi ha voluto nel suo partito, dice che nel partito di Berlusconi “non ci sono donne in gamba”.
L’onorevole Bocchino propone un governo del Pdl senza la Lega, con parte dell’Udc, e con parte del Pd - tutto intero prende solo Rutelli. L’onorevole avrebbe sicuramente un posto tra i Supereroi, the Scissor. Ma nessuno, in nessun giornale, gli ingiunge di restituirci la retta che gli paghiamo mensilmente.
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Ripropongono a Saviano il problema: “Perché continui a pubblicare con Mondadori, cioè con Berlusconi”, e lui in qualche modo se la cava. Il motivo è quello che aveva detto Marina Berlusconi, presidente di Mondadori: “La collaborazione è stata reciprocamente proficua”? Non per i soldi, naturalmente, l’antimafia è materia nobile. Il motivo sarà quello che l’onesto Augias dice, altro mondadoriano illustre: “Per il tipo di libri che scrivo, che non sono romanzi, ma libri in qualche modo di composizione, che vengono pensati, discussi e creati in uno stretto rapporto con i dirigenti editoriali, la Mondadori è perfetta”. Vince anche i premi. Per i libri cioè redazionali.
Ripropone il problema di pubblicare con Berlusconi Vito Mancuso, un teologo, che anche lui, per caso, pubblica con Berlusconi. Serve per farsi pubblicità?
I giornali della Rcs, “Corriere della sera” in testa, ripropongono ogni giorno il quesito del teologo: si venderanno come panini i libri di Mancuso quando saranno targati Rizzoli o Bompiani?
Gianfranco Vissani, “il cuoco di D’Alema”, e Italo Bocchino, il portavoce di Fini, si fanno fotografare insieme mentre fanno l’insalata. Poi si dice la metafora insignificante.
Marina Berlusconi si querela contro il giudice Tescaroli che in un lontano libro ha detto spensierato che la Fininvest riciclava i fondi della mafia, e finanziava Riina, dopo un incontro dello stesso con Berlusconi padre. Il giudice Tescaroli dice che lui non l’ha detto, che riferiva quanto ha detto un certo Cancemi, assassino del giudice Falcone – un falso pentito, poi giudicato non attendibile, benché non dal giudice Tescaroli evidentemente (era uno che “ragionava”, sic!, sull’incontro tra Berlusconi, il Ricco d’Italia, e il suo dio Riina, ma era anche uno che accusava le cooperative e il Pci, la mafia era allora equidistante, non aveva capito, pensava sempre che comandasse la Dc, non aveva capito la diversa geometria delle Procure). E questo quadra: i giudici sono anche loro del qui lo dico e qui lo nego, non ricattatori naturalmente, né diffamatori, solo furbi in attesa del Senato. Ma non si capisce come la Berlusconi si aspetti di avere ragione da un tribunale contro un giudice.
O non sarà che i Berlusconi mettono nel mirino l’editore del libro, che è lo stesso del “Corriere della sera”? In linguaggio mafioso la querela si chiamerebbe “avvertimento”. A Milano?
Sarà come dice lui, che è stato amico di Cossiga una vita. Ma perché il presidente Napolitano se la prende tanto? D’altra parte, Cossiga diceva e scriveva che non era amico suo. È l’aria del Quirinale?
La Procura di Trani, specializzata negli ascolti dei telefoni di Berlusconi, si ritrova un primario di ortopedia al locale ospedale senza specializzazione e dalla laurea sospetta. Il furfante è stato scoperto da un concorrente, come spesso capita, ma i giudici non muovono un dito: per due mesi sono in ferie..
Ma, poi, non è che i Procuratori della Repubblica di Trani siano specialisti dei telefoni di Berlusconi. È che non hanno nulla da fare e si divertono ad ascoltare i telefoni. Trani è infatti una Procura a mezzora da Bari, che serve per far tornare a casa, a Bari, dieci magistrati.
L’onorevole De Magistris, 43 anni, tredici da magistrato, senza nessuna inchiesta all’attivo, eccetto la loggia sanmarinese di Prodi e Mastella, pontifica questa estate sulle spiagge contro i poteri occulti. Lui è maestro di chiarezza?
De Magistris è diventato onorevole grazie alla “loggia segreta” di Prodi, la cui esistenza, dice, gli è stato impedito di dimostrare. Ma non dice da chi né come. È segreta pure la sua indagine?
Spopola l’onorevole De Magistris col suo libro estivo sui giornali del Sud, napoletani, pugliesi, calabresi, che se ne servono per lavarsi le coscienze. C’è “un asse Catanzaro-Roma”, o Reggio Calabria-Roma, o Bari-Roma, dice invariabilmente l’onorevole a seconda di dove si trova, che si sta “incarnando nella P 3”. L’incarnazione, l’ex giudice sa cos’è, o il suo furfantesco editore milanese? Il Sud è una riserva di credulità.
Le persone più maleducate della spiaggia, rumorose, supponenti, le uniche infatti, leggono “Il Fatto Quotidiano”.
Fini fa dare contratti Rai alla suocera e al cognato, senza alcun titolo. Senza mai essere intercettato, malgrado le denunce dall’interno della Rai. Senza essere indagato ora che i fatti sono di dominio pubblico. Si conferma che Mani Pulite fu un golpe, del famoso “gruppo” di cui Passera incauto parlò con Di Pietro. Una certa destra all’assalto, furbescamente appoggiata dai cuccioli di Berlinguer.
Molti uomini assassinano da qualche tempo le donne, mogli, fidanzate, amiche, che li rifiutano. Il fatto è esecrabile senza attenuanti. Ma non si tratta di stupri o violenze di sconosciuti, si tratta di uomini conosciuti, frequentati, intimi, per un periodo, che quindi non erano folli o violenti nel rapporto in nuce. Sono uomini cambiati nel corso del rapporto.
martedì 24 agosto 2010
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