Iperrealista, la caricatura dell’iperrealismo – oggi sarebbe Woody Allen. Come tutta la letteratura americana da Hemingway e Steinbeck in poi, Faulkner compreso - ma anche prima, E.A.Poe. La straordinaria irrealtà del reale. Non realista – non del realismo, neo e archeo, italico o europeo, legnoso, dolente, accusatorio\assolutorio, di se-stessi-migliori-di-Dio-e-del-mondo, che discende dal verismo e prelude sempre alla Verità Ultima, la Realtà-Verità. Ma salda fantasia, che il reale lega liberamente, per gioco – la letteratura. Iperletterati, questi americani che hanno fatto cento mestieri manuali invece di studiare, così vuole il santino, creatori d’immagini, di parole, e di silenzi, del reale. Sul solido pilastro di cento o mille dollari per un racconto. Che raccoglie abbastanza pubblicità per pagarsi.
Si potrebbe ricostruire dell’America un circolo virtuoso, attorno alla letteratura, e sarebbe altrettanto veritiero, se non di più, di dollaria, i marines, e i predicatori della Bibbia.
John Fante, Chiedi alla polvere
Nessun commento:
Posta un commento