sabato 25 settembre 2010

I servizi di Santoro – 2

Il giorno dopo “Annozero” si ridimensionano i ruoli di un certo Lavitola, un amico di Berlusconi, e di Vittorugo Mangiavillani, giornalista scrupoloso quanto onesto, che l’onorevole Bocchino aveva accusato delle peggiori nefandezze. Senza scuse. Anzi, si moltiplicano le maschere.
Il direttore del “Fatto”, di fronte alla testimonianza personale del ministro di Santa Lucia che la lettera è sua e la casa è di Tulliani, opina che il ministro non sia vero. È lo stesso che il giorno prima ergeva a Santa Lucia una National Printing Company, un vero e proprio Poligrafico dello Stato nell’isola montuosa e inabitabile – lui Padellaro, non il ministro. Mentre sul “Corriere della sera” Paolo Conti moltiplica l’audience e lo share di Santoro, da 4,2 a 4,9 milioni, e dal 16 a “quasi il 20 per cento”, per dire l’“Annozero” dei servizi una grande cosa. Che non ci sia un complotto?
Il “Manifesto”, che è nato con la controinformazione e ne è quindi specialista, sdegna la questione, riportandola alla politica: c’è un governo, o non più? E che fa Berlusconi, l’uomo del fare, che non sa nominare un ministro, né un presidnete della Consob, come pure sarebbe suo obbligo? E un presidente della Camera sarebbe da aggiungere che parla ogni giorno contro la maggioranza politica e contro il governo, e fonda contro di essi un partito, ma non lascia la carica super partes. Mentre su “Repubblica” e “Corriere della sera”, leader dell’opinione, cosa leggiamo? Pagine e pagine di gossip sulla casa di Montecarlo. Che non sia una forma di censura? La casa è un problema di etica, mentre ci sono dei fatti penali: i finti appalti dati dalla Rai alla suocera e al cognato, un affare da due milioni di euro. Ma di questo non si parla. Non interessano alla Procura, e nemmeno ai giornali, nemmeno per il gossip. Nemmeno a Santoro, per dire, che pure ce l’ha a morte col capo della Rai Masi, che di quegli appalti è stato tramite. Non si toccano gli appalti?
Non leggiamo invece e non vediamo nulla su Saint-Lucia, lo staterello caraibico dove le carte di Montecarlo sono seppellite. Nemmeno sul piano del gossip, di cui l’isola è ghiotta. Per essere stata francese ed essere francofona, benché di lingua inglese. Avere avuto due Nobel, un record ineguagliabile in rapporto ai cento o duecentomila suoi abitanti: l’economista sir Arthur Lewis, il primo nero a vincere il premio, e il poeta Derek Walcott, appassionato dantista. Celebrare ogni anno due grandi feste pubbliche della massoneria. Con un piede cioè nelle massonerie sia di Londra che di Parigi.

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