astolfo
Capitalismo – Eugenio d’Ors in “Barroco” accomuna “luteranesimo, controriforma e francescanesimo come rivalutatori del senso, e in ciò ben opposti all’intransigenza calvinistica e giansenista”, Montale riepiloga in un articolo pubblicato sul “Mondo”. Il senso delle cose, contro l’astensione, il rifiuto, l’alterigia – il risparmio e il rigore intesi come austerità.
Lo spirito del capitalismo Max Weber trovava, nella sua opera più citata e meno letta in Italia, nel luteranesimo pietista (cui la grande “Storia della letteratura tedesca” di Mittner dà il giusto rilievo), il più vicino al cattolicesimo.
Gheddafi – Condivide con Berlusconi il bisogno di teatro, di presenza scenica. E quindi del “parlate pure di me”, anche se per dirne male: nulla lo smonta. Quando “L’Europeo” nel 1976 lo mise in copertina, su un cavallo bianco, nominandolo “il duce del Mediterraneo”, la posa mussoliniana gli piacque tanto che ne fece comprare tutte le copie che poté per distribuirle gratuitamente negli uffici.
Più di Berlusconi è però imperturbato in questa sua bulimia di scena: la maggiora esperienza del potere, oltre quarant’anni, dopo l’accademia militare in Inghilterra, l’avrà dotato della necessaria freddezza. Specie di fronte alle incapacità o alle fronde interne. Si è presa la responsabilità degli attentati di Lockerbie per non riconoscersi pasticcione o incompetente – Gheddafi è quello che negli anni 1970, e oltre, patrocinava ogni causa persa, dall’Ira ai Sahraui, senza mai contribuire un dollaro o un’arma. Ha contrato duramente, senza dirlo, i mullah all’inizio del fondamentalismo, una trentina d’anni fa: le moschee si spostavano di notte, di chiudevano e si riaprivano. Punisce, minaccia di punire, il comandante della vedetta che ha sparato contro gli italiani, ma giusto per far capire al fronte antitaliano che lui è sempre in comando – questo fronte è l’aggiornamento dell’opposizione nazionalista-fondamentalista, sorda ma instancabile.
Moralismo – Vince nelle società in declino, in Italia, Gran Bretagna, Germania, nel Giappone anche. Non in Francia per esempio, o negli Usa. Qui ha accompagnato il declino,m da Nixon a carter, ma è stato accantonato nella fase ascendente, da Reagan in poi.
Non porta benefici, favorisce la curiosità malsana e la depressione, ingigantisce il ruolo del piccolo (petty) borghese, il cui senso della giustizia è misurato dall’appropriazione. È una prevaricazione della giustizia, da società arretrate, o decadenti.
Sotto tiro mette prima le donne, quelle che si segnalano non essendo attrici, cantanti, modelle. Italia e Inghilterra, anche gli Usa per tradizione, sono spietate contro le donne in politica o in affari, belle o brutte che siano, e contro le moglie degli uomini importanti. Se hanno qualche appeal sono troie, e comunque sono avide e stupide.
Nazismo – Sarà stato una grossa fucina di metodologie per le Pr e il marketing, l’uso strumentale della falsificazione (comunicazione di massa) nel nazismo è stupefacente. Non era lo Stato dittatoriale e cupo del silenzio, tutto al contrario vi veniva detto e amplificato, comprese le cose più turpi, con l’abilità di farne germogliare l’entusiasmo.
Novecento – Sarà stato il secolo del processo, costante, indistinto, interminabile (Kafka). Per la demoralizzazione dell’Occidente (Spengler, J.P.Aron). Per la decadenza (S.Mazzarino).
E del complotto anche. Per via della guerra, costante, generale, suicida (senza limiti). Le due cose sono legate.
Va in archivio proiettato sul futuro, per il balzo nella tecnica, sanità, elettronica, avionica. Mentre è stato l’esaltazione, l’esasperazione, del passato: ideologie, ragione di Stato, guerre di religione, odio di razza, tutte cose note per la loro negatività. Il passato che non vuole passare, per il culto della storia?, rende il futuro impossibile. Il secolo si è per questo chiuso con l’età dell’Acquario, il dilagare della’astrologia e le scienze occulte, passione che è sicuro in dice di confusione mentale. Forse un modo per evitare la follia e la violenza - pulsioni dunque perduranti?
Storicamente l’occulto segna l’inizio, o la fine, di una civiltà. L’inizio di una civiltà è un salto nel buio, che porta terrori (violenze) e religioni. Ma inizio e fine sono un continuum. Se la paura si esprime con i segni della certezza, sia pure astrale, allora è la fine, per quanto lunga, di qualcosa. Per esempio dell’Europa.
Roma – Il suo pittore è Poussin, un francese.
È città molteplice. Un paese da manuale nella Piazza del Ghetto: industriosità regolata, lunghe frequentazioni, tepore, tradizioni. È la selva fuori dalla sinagoga: gabbiani, il fiume, l’isola nel fiume, alberi d’alto fusto d’ogni tipo, nuvole basse nitide e cangianti. Guardando a Nord. A Sud è il Medio Evo. Pochi passi e si è nel Rinascimento: palazzi, piazze, giardini, strade squadrate con vigore. È un’altra Roma anche pochi passi a Nord, è Trastevere. Quartiere di case a cui si aggancia la fastosa rinascenza scientista del Seicento. Che confina con la tonda e calda, misteriosa anche, metropoli vaticana, che esibisce santi e cela biblioteche e pinacoteche, sapienza e bellezza. Ma un censimento è inutile, i dati mutano spesso.
Società di massa – È la società del welfare, del benessere pubblico. Senza scuola, sanità, pensioni e casa pubbliche non è possibile la società di massa: urbanizzazioni accelerate e contingenti, produzioni di massa. Non è possibile neanche la società industriale?
Se arretra lo Stato sociale si disarticola la società di massa. E la società industriale. Altrimenti si produrrebbe un impoverimento generale e un disordine che renderebbero ugualmente perenta la società industriale, ordinata cioè e produttiva.
Totalitarismo – È la forma politica della società di massa, anche in democrazia? Totalitaria è la società, il regime è dittatoriale. Una dittatura si può sovrapporre a una società libera. Una società totalitaria (di massa) può avere istituzioni libere, che considera sovrastruttura. Sono totalitari il linguaggio (semplificazione, demagogia, persuasione occulta), l’etica (del branco), la èpolitica (ridotta all’avere, i “diritti”)
Trapianti – Generalizzati per legge in caso di morte, riportano anche l’uomo nel dominio amorfo della tecnica. Tutto il processo vitale in effetti vi tende: inseminazione artificiale, embriologia, affidamento, chirurgia dei trapianti. Tende alla riproduzione della massa umana in sé.
astolfo@antiit.eu
sabato 18 settembre 2010
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