venerdì 3 settembre 2010

Secondi pensieri - 51

zeulig

Cicli – Ascese e cadute sono diventate un pattern psicologico di massa. È vero che non si ascende mai definitivamente, mentre l’unico esito umano certo è la caduta. Però, prima di questo punto, ascesa e caduta, le oscillazioni della sorte, sono un pattern solido.

Civiltà – C’è, e progredisce. Risalendo un fiume, andando cioè alla sorgente, si vede il progredire della civiltà. Che è anzitutto un fatto fisco, di depositi alluvionali e acque dolci a ogni uso.

Denaro – Ha una logica semplice, aritmetica: o c’è o non c’è. Non significa e non implica altro: non prestigio, non influenza, e nemmeno potere. Non ha un potere di accumulo sulla psicologia sociale: viene e va senza residui. Una legge, un errore, un incidente possono disperdere un patrimonio dall’oggi all’indomani, e col patrimonio scompaiono il prestigio e il potere a esso legati – altri sono i fattori del prestigio e della rispettabilità.
Si muove rapidamente, per sequenze esponenziali, questo sì: denaro chiama denaro, è cioè più facile che guadagni un ricco. Ma con altrettanta rapidità il denaro scompare: non è titolo di affidamento per banche e creditori.

Dio – Dante lo chiama l’Altro. Nell’“Inferno”, dopo avere deciso che non se ne può pronunciare il nome. È cioè tutto-il-resto? Sarebbe un’elusione costante.

Diversità – È il segno del’uomo. Non c’è cosa (gesto, pensiero, affetto, passione…) nel mondo uguale, e nemmeno simile, istante per istante, fra i cinque o sei miliardi di esseri umani. Ma non conta, non essendo possibile non essere diversi. La diversità è l’unità.

Educazione – Nulla può sostituire una buona educazione. Ma è un bene rifugio.

Ermeneutica - È un ottimo cuscino – cuscino da testa, da letto, per sognare senza incubi.
Insuperabile come esercizio alimentare. Quante persone e carriere non ha nutrito la Bibbia, per sapere cosa la Bibbia dice, prediche comprese.

Erotismo – È sempre autogeno, anche nel rapporto più appassionato: è l’immaginazione che lo stimola. Da qui il fascino di Proust.
Un fascino non elementare: l’autoerotismo non è elementare, evitando la soddisfazione.

Esistenza - È incidentale. Specie in filosofia – nella realtà è più spesso triviale e ripetitiva. Incidentale nel senso della finitezza, oltre che della casualità. Dove può portare filosoficamente se non ai piani bassi: impotenza e piagnisteo (complotto)?
Può essere una modalità dell’essere, ma insignificante come ogni granello di una serie storica – e più per l’essere.

Filosofia – Si può dire il più vasto, e il più serio, parco di divertimenti che sia stato escogitato, che non porta a nessun fine.

Igiene – Porta alla pulizia, morale, religiosa, politica, etnica. Arcigni censori tengono il mondo pulito con gran di varechinate, lasciandosi dietro campi desolati.
È l’ideologia del Novecento che perdura: fare piazza pulita. La storia contemporanea nasce dall’asepsi del dottor Semmelweiss?

Immaginazione – La realtà va oggi per close-up, primi piani – tanto illusori quanto invadenti. Non c’è però ancora oggi realtà fuori dell’immaginazione. Comunicare onestamente è accentuare (sottolineare e non dissimulare) l’immaginazione.

Individuo – È cattolico: si estrinseca nel perdonarsi, non nella grazia, che viene da Dio. E se la salvezza è nelle opere, allora anche il capitalismo è cattolico.
Se l’ingrediente primo del buon imprenditore è la personalità, il capitalismo è di nuovo cattolico. Il capitalismo si è radicato nel calvinismo solo in quanto denaro e artificio finanzario, per la nota difficoltà della chiesa in materia di usura.

Informazione – È disinformazione.

Intellettuale – È middle-class, ne è l’essenza – non la promozione sociale ma l’affermazione di certezze attrae il ceto medio.

È l’uomo delle idee più che delle cose e degli uomini – della verità, della realtà. Di idee però scadenti. È questo che ne fa la forza – e la perpetuazione – e la condanna.
Si esprime al meglio nelle crisi, per il suo senso d’incompiutezza e ansia (Angst). Le crisi perciò cerca e trova in ogni realtà, i punti di frattura, e quindi in una certa misura le provoca. La crisi attuale, strisciante, senza punti di rottura, non avendo assunto la caduta del Muro, né la globalizzazione, e per questo effettivamente disperante, lo trova disorientato – la crisi è normalmente un arco teso, una possente catapulta.

Legittimità – O dell’irrealtà del diritto. Carlo V era legittimato a governare in Italia, e così i suoi discendenti, spagnoli o austriaci. Hitler era legittimato alla Slesia, e anche a Danzica, perché no. Una moglie, o un marito, legittimi possono viceversa non ereditare nulla della moglie o del marito. Il principio di legittimità fissa un diritto, e anche il contrario: fissa l’irrealtà.

Nichilismo – È un’oscura camicia di forza, non è liberazione, wilderness, born free. Si qualifica per il rifiuto della tecnica, che è il proprio dell’uomo. È un rifiuto – un aristocratismo dsumano – che apre forse una nuova dimensione, un “buco nero” dello spirito.
Ma forse è solo un sottoprodotto del Novecento, della cultura del sospetto. Quell’Angst che lo sottende è un’estenuazione del romanticismo decadente – il Novecento essendo stato una deriva dell’Ottocento.

Potere – Nella chiave di Swedenborg è il demonio. Swedenborg vede il demonio non come un individuo ma come una serie di individui, tutti perpetuamente litigiosi, impegnati tutti l’uno contro l’altro.

È la tela di Penelope. Si potrebbe rileggere Penelope in questa chiave – più iinterssante di omero è donna.

Povertà – Non è un fatto economico, è la bruttezza. Che non è un fatto estetico, ma etico.

Viaggiare - È avvicinarsi. O allontanarsi? È tutt’e due, una compresenza: nel mentre che ci si approssima alla novità si ritorna con occhio nuovo al noto, sotto forma di nostalgia, critica, rifiuto, per la prospettiva mutata – è l’eterna tela di Penelope dell’ermeneutica. Succede di spostarsi anche senza viaggiare, navigando con la memoria.
Il viaggio si connota per la lontananza. Succede nella vita di ogni giorno con l’ironia, la lontananza di chi è condannato allo straniamento. Chi ha provato la lontananza, in realtà, ritorna più volentieri.
Se non che l’esilio c’è, la voglia di espulsione, l’ostracismo non l’ha inventato la politica greca, e uno si ritrova spesso fuori, tenuto alla porta.

Siamo nomadi. Uno pensa di trovare una casa, un approdo, ma in realtà è sempre on the road. Anche la nostalgia è del viaggio più che della casa Viaggio nell’immaginario, nel desiderio, nel ricordo, ma sempre una ricerca è.

zeulig@antiit.eu

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