Il classico di Cavour è una vita inerte – il vecchio Thayer è ben più ricco e vivace. Una vita politica, limitata all’Unità. In contesti solo politici, e limitati all’Unità. Dell’Unità limitata a Torino, al gabinetto di Cavour, e a quello di Napoleone III. Cavour non ha passioni. Non c’è Milano, non c’è il papa, non c’è la Toscana. Paradossale è l’assenza del Sud, di qualsiasi Sud - non c’è neppure quello di Farini e poi di Pasquale Villari. “Con «la vostra entrata a Napoli», scrisse Cavour a Farini, «l’epoca dell’unificazione si può dire compiuta. Proverete una grande emozione. Ve la invidio»”: questo è tutto. Il Sud, dice lo storico siciliano, porrà soprattutto un problema di gestione delle luogotenenze garibaldine – un’anticipazione dei Fanfani-Moro, Moro-Andreotti, Craxi-De Mita, i duelli della Repubblica.
Rosario Romeo, Vita di Cavour
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