Si moltiplicano gli appelli per questa o quella biblioteca, da ultimo per la Nazionale di Firenze, che ha problemi a mantenere i suoi oltre duecento dipendenti – dopo l’appalto all’esterno dei servizi, compresa la distribuzione dei libri. E per le biblioteche di Roma. Dove è difficile trovare alcunché. Di testi pure messi a catalogo. Di cataloghi vecchi di dieci e quindici anni perché non si fanno più acquisizioni, i finanziamenti vanno tutti al personale. E se si fanno non si catalogano. Basta fare un giro anche solo turistico fra le biblioteche comunali e universitarie di Roma per trovare tanti addetti e pochi libri. Tanti addetti che non si sa cosa fanno e pochi libri disponibili. Si provi a donare dei libri a una qualsiasi biblioteca. Solo uno o due saranno, dopo un paio d’anni, in catalogo.
Non è una novità. Lo storico napoletano Villari, di favolosa cultura cosmopolita, trovava nel 1866, e ne scrisse sul “Politecnico” di Milano, la situazione insostenibile: “Per quale ragione, in tutte le biblioteche di Germania, un così piccolo numero d’impiegati può fare un lavoro così prodigiosamente maggiore e migliore di quello che fanno i nostri? A Gottinga vi sono 500.000 volumi che ogni giorno s’aumentano, e vanno continuamente in giro per tutta la Germania. Quindici soli impiegati bastano a questo lavoro, tenendo sempre al corrente tre cataloghi, per materie, per ordine alfabetico, per ordine di tempo, registrando cioè il giorno in cui arrivano i volumi. Vi sono compresi gli opuscoli e gli articoli di Riviste, anch’essi posti sempre a catalogo. La biblioteca di Berlino, ch’è meglio ordinata, con 700.000 tra volumi e manoscritti, ne manda ogni anno in giro circa 150.000, e venti soli impiegati bastano a tutto”.
È il vero tradimento dei chierici: i soldi non bastano mai, ma nessuno dà niente in cambio.
martedì 5 ottobre 2010
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