astolfo
Comunismo - Yakovlev, è accertato, il collaboratore di Gorbaciov , era una spia della Cia. Ma una serie di variazioni ha aperto: perché non era Andropov, capo del Kgb e dell’Urss, l’uomo della Cia? O già Dzerzinski, il fondatore sei servizi segreti sovietici, infiltrato polacco – all’epoca la Cia non esisteva. Se non è stato Gorbaciov il vero Reagan, il ruolo grande che il mediocre attore Usa non riusciva a impersonare. Essere comunisti, e pensare che il comunismo l’ha abbattuto la Cia…
Guerra – Ormai è di liberazione, in Afghanistan e in Iraq come in Libano, nell’ex Jugoslavia, in Somalia: botte in testa per imporre la libertà. Lo si dice perché così vuole la propaganda, cui l’opinione pubblica s’è ridotta, e fin qui è una furbizia inoffensiva. Queste guerre di liberazione, però, mirano alle popolazioni. Finora, guerre mondiali comprese, le popolazioni non erano l’obiettivo primario, le guerre si facevano tra eserciti. Gli alleati hanno cambiato le cose bombardando a tappeto le città di retrovia. Ma la tremenda novità si poteva contabilizzare come una reazione alle malvagità di Hitler gli ebrei, gli zingari e gli altri esseri umani a suo avviso non puri. Ora, invece, è il meccanismo centrale della guerra: controllare, terrorizzare, anche attaccare, le popolazioni imbelli. Non solo nel carnaio libanese, o in quello jugoslavo, o somalo, ma anche dove un fronte si potrebbe stabilire, in Iraq e in Afghanistan.
È una conseguenza dell’occupazione: i liberatori s’impossessano delle città, dei nuclei più densamente popolati, e li controllano: setacciano, blandiscono, bastonano. È quando è stata liberata che Napoli, nel’ultima guerra, ha conosciuto la guerra: i bombardamenti prima, poi l fame, la borsa nera, la destituzione morale.
C’è un che d aberrante in questo: è contestabile il “diritto d’ingerenza” di cui si sta tentando l’introduzione. Se la conseguenza è fingere che dei soldati sappiano gestire l’ordine e l’economia in una città, mentre invece la occupano e controllano militarmente, questa è violenza insana.
Informazione – È sempre più un gioco da bancarottiere, a carte truccate. Quello che comunque ne tira un profitto, anche se dovesse uscire di scena, a danno dei soci e dei creditori, del pubblico. Il problema è che non siamo in alcun modo obbligati a darle credito, e invece… è questo il ruolo malefico dei media: portare la gente a credere. Credere ai bellimbusti che reggono la politica da un ventennio, i falliti e i filibustieri.
Occidente – Le aggressioni sono venute, sempre, da Oriente. Sempre, cioè per un millennio dopo che l’impero romano non ha più fatto argine, da Attila a Lepanto. Ce n’è abbastanza per segnare in perpetuo una psicologia sociale. Sono venuti da Oriente anche gli stermini di massa nel Novecento – e perfino le due guerre mondiali se la Germania, come Thomas Mann pretende, è poco occidentale, e anzi soffre l’Occidente.
Onestà – Quella del pubblico ufficiale e del manager di Stato è imprescindibile dalla sua capacità. Altrimenti, anche se non ruba, diventa colpevole (disonesto) per lo sfascio che provoca.
Dire di qualcuno che è morto povero non è una lode. San Francesco non l’avrebbe pensato così.
Pci – La sua breve storia è devastante. Non è stato e non è utopia, né materialismo scientifico, poiché non sa nulla dell’Italia né del mondo come va. È stato, è, togliattiano, partito d’ordine. E leninista, attaccato al potere anche nelle forme infime – senza, per fortuna, la spregiudicatezza di Lenin, e senza ovviamente la sua intelligenza. Ne è controprova il suo ruolo in Italia con Berlinguer e dopo, con l’incredibile Tangentopoli affossa-sinitra portata in palmo di mano e anzi ispirata da Botteghe Oscure, se non gestita a filo doppio dalle sue oscure organizzazioni. A beneficio sempre dei padroni: mai un gesto, un’iniziativa, un’idea per liberare un centimetro quadrato del Paese.
Politica – È la lotta contro i male, assidua, feroce anche. Solo questo può spiegarne l’impegno, e la forza. Lotta incerta, poiché il bene non si sa dove sia – pensare che nella Repubblica il male è stato impersonato dai vescovi, che sarebbero Cristo in terra, e dai giudici.
Prete – È Ponzio Piolato, non Cristo. Ne ha la funzione e la mentalità.
Rivoluzione – Lasciata a metà è un tradimento: abbattere senza costruire secondo le premesse. La rivoluzione francese è riuscita perché ha, come proponeva, dato diritti e poteri al ceto medio. La rivoluzione sovietica è fallita perché non ha liberato, come prometteva, i lavoratori: finito il suo potere di coercizione (stermini, purghe, gulag), che peraltro più si estende meno è efficace, si è semplicemente dissolta, una macchia nella storia.
Roma – Dunque c'è sempre meno adulterio a Roma (ce n'è di più a Milano, figurarsi..). Si può anzi dire scomparso, da tempo le cronache non lo registrano più. E se c’è è maschile, di cinquantenni che se la fanno con ragazzette, i capufficio s'immagina.
Ma c’è mai stato adulterio a Roma? Ci sono città, dice Jünger, che irradiano eros, tra esse cita Firenze e Venezia ma non Roma. Che pure è città sempre viva, e offre più nascondigli e sorprese. Sarà lo scirocco che la rende amorfa? O i preti, senza passione?
I Romani non piangevano mai. Non si commuovevano, non avevano passioni, non ne parlavano. Eccetto, naturalmente, quella del dominio. Del dominio politico poiché è dubbio che anche in guerra si eccitassero, non se ne ha notizia. Si abbuffavano, ma senza gusto. Scopavano anche molto, ma evidentemente senza piacere, perfino Catullo ne è prova – con la sfrenatezza algida dei moderni culti gay. E per questo non s’annoiavano nemmeno: s’annoia chi è sensibile.
Stalin – Il suo ruolo maggiore sarà stato di avere “creato” Hitler. Che era Hitler da almeno dieci anni, dal “Mein Kampf”, ma era valutato poco più che un cretinetti. Ma Stalin voleva dividere l’Europa ostile: impose al Pc tedesco di fare la guerra ai socialisti anche in combutta con Hitler, e a questo programma tenne fede per tutto il 1933, per otto-dieci mesi dopo l’ascesa di Hitler alla cancelleria. “Il fascismo e il social fascismo sono gemelli”, diceva Stalin dei socialisti, una battuta che fu una politica costante. E, certo, tenne bordone a Hitler, sabotando la produzione bellica in Francia, fino al 1941 – fu Hitler ad aggredire Stalin e non Stalin Hitler.
Totalitarismo – È un regime sociale, prima che una dittatura politica. Questa può aversi senza totalitarismo. E il totalitarismo può aversi senza dittatura: quello dei consumi, del tempo libero, della vita garantita.
astolfo@antiit.eu
sabato 23 ottobre 2010
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