venerdì 8 ottobre 2010

Ombre - 64

Grandi cronache sulle perquisizioni ordinate da Napoli al “Giornale”. Ma nessuno che dica che le perquisizioni seguono a intercettazioni disposte senza nessun procedimento pendente, nessuna denuncia specifica, nessun fumo di reato. E che con tutta evidenza sono anche intercettazioni sulla Marcegaglia e sul suo segretario. Da parte degli stessi cronisti che la regolamentazione degli strapoteri giudiziari hanno presentato e presentano come lesiva della libertà di opinione. Dunque, non si può dire nemmeno di intercettazioni palesemente illegali che sono illegali.

Si minaccia la chiusura del Carlo Felice, il teatro d’opera a Genova. Che naturalmente non chiuderà, è solo di moda, presso certi ambienti, la morte annunciata. Piero Ottone costernato ne dà la colpa su “Repubblica” al governo. Quando chiunque abbia seguito anche distrattamente le cronache di Genova negli ultimi quarant’anni sa che il teatro è vittima del disinteresse della città, e dello scarso orecchio delle amministrazioni. Pregiudizio politico? Ipocrisia?

Il magistrato scrittore De Cataldo pubblica un romanzo sui traditori del Risorgimento, e nell’occasione dice a “Repubblica”, a Curzio Maltese: “(Quello con le mafie) è il patto fondante di ogni potere. Il Sud e la Sicilia in particolare sono il laboratorio del compromesso, ieri come oggi e, temo, domani”. Prima aveva detto, a proposito del terrorismo: “Nell’attentato bombarolo di Orsini a Napoleone III, che non uccise il tiranno ma provocò otto morti e centoquaranta feriti, Mazzini non c’entra nulla. Si sospetta invece che c’entrasse molto il futuro presidente del consiglio Grancesco Crispi e si sa che Cavour diede soldi a Orsini e al suo gruppo”.

Difficile appassionarsi alla casa di Montecarlo, tanto è chiaro come stanno le cose. Ma di tutta la vicenda l’unico simpatico è questo cognato, uno che non ha mai lavorato e non lo nega, pur facendo molti soldi, sfrontato, prossimo eroe dei reality. Difficile invece digerire l’ipocrisia dei giornali, di Fini, dei giudici, dell’avvocatessa Bongiorno. Altrettanto sfrontata ma moralista.

L’ipocrisia dei giornali, palese nel caso dei Tulliani, è dei cronisti giudiziari dei giornali. I quali fanno finta di non sapere che materia penale nella vicenda non è la compravendita di favore della casa ma gli appalti fasulli della Rai allo stesso giovane Tulliani e alla sua mamma. E questa è un’aggravante, perfino paurosa: la giudiziaria è tenuta a scrivere, obbligata pena il corto circuito, quello che gli abituali informatori vogliono che si scriva, i giudici e gl inquirenti. Viene fuori la natura vera dei golpisti che da un ventennio ormai tengono in scacco la politica. Che l’ex Pci ha cauzionato, e cauziona, probabilmente per proteggersi, ma sono fascisti. Niente di meno.

Un autovelox nascosto, che in tre mesi ha fatto 45 mila multe, e Firenze “scopre” lunedì, così per caso, di essere tartassata per rimpinguare le casse del sindaco. Per spese peraltro che non si vedono, perché la città è abbandonata a se stessa. Quando tutti sanno che gli autovelox sono messi lì per fare cassa - Firenze ha il record delle entrate per multe, 60 milioni in bilancio l’anno prossimo, cinquanta effettivamente incassati negli ultimi anni. Seminascosti, a pochi metri da radicali riduzioni delle velocità massima, da 70 a 50 km l’ora, e da 50 a 30. Non si vuole sapere per conformismo, per orgoglio (Firenze pensa di essere una delle città meglio amministrate del mondo), per incapacità?
I tanti soldi che entrano e non si vedono in uscita non vanno d’altra parte a riempire le tasche degli amministratori. No, vanno a finanziare le carriere politiche, dei sindaci e degli aspiranti sindaci.

Non piace a Polaris, sul supplemento domenicale del “Sole 24 Ore”, che la Cassazione abbia dichiarato incensurabili i blog. Censura la sentenza dicendo “lecito far circolare qualunque sesquipedale asinità, esagerazione, calunnia, grottesca teoria del complotto”. S vede che questo Polaris non legge i giornali, i migliori giornali, “Corriere della sera”, “Repubblica”, eccetera.
Polaris, o “Il Sole”, non si chiedono cosa avrebbe implicato la censura della rete. E anche questo fa parte del non letto. Giornalismo? Pensiero politico, magari facsista?

Cecchi Paone non resiste, e a Uno Mattina confessa, non richiesto, due storie d’amore con calciatori. “Uno della A e uno della C1”, precisa. Invita cioè alla caccia. Per un dovere di libertà, assicura, perché il calcio non ostracizzi più i gay. In realtà per un esibizionismo povero, per quanto doppio: farsi un po’ di pubblicità, consumare sue piccole vendette di letto. Se non è alla terza potenza: buggerarseli di nuovo, magari nel’immaginazione, o farsene buggerare.

Barack e Michelle Obama non piacciono più agli americani. Sono una famiglia presidenziale infine politica: nel ruolo, nazionale e internazionale, governano, non fanno gossip, nemmeno le figlie. Ma i media li snobbano, ora vanno i tea parties. Sono i media l’opinione pubblica? Lo sono stati nell’elezione di Obama. Come dire che, casualmente, possono anche essere positivi.

Dunque il governo Lombardo ter o quater in Sicilia esiste. Che sembrerebbe impossibile e perfino inimmaginabile, eppure è stato votato. Un governo Milazzo in formato minimo, con un ex Dc poi berlusconiano screditato, incapace di una sola iniziativa di governo in due anni, indagato per mafia con qualche fondamento, che mette insieme gli scarti di quattro partitini e si fa un suo personale governicchio. I voti li porta il partito Democratico. La voglia di dissoluzione in Sicilia e al Sud degli ex comunisti non ha confini.

L'onorevole Briguglio, che segue il fondatore Fini fin dal vecchio neo fascismo, saluta incisivo il Lombardo Ter, o Quater: "La tera di Sicilia può essere il granaio di Futuro e Libertà". Lo stile, quello, non muta: è semrpe solido, incisivo. Bersani dovrà andare a scuola di (neo?) retorica.

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