Sara Scazzi è stata uccisa. Ed è stata uccisa a casa degli zii. Ma nessuno in questa famiglia, i genitori e i figli, ne ha rimorso. Si accusano tra di loro, poi ritrattano, poi si accusano di peggio, ma nessuno che dica un briciolo di verità, o manifesti un rimorso. Hanno tutti a lungo “bucato” i telegiornali e i talk show, con sapiente controllo di se stessi e fiuto della scena, quindi non sono una famiglia di mentecatti. Sono il male, che sempre è violento e insensibile, e solo si arrende alla violenza.
Tutti hanno potuto seguire l’incredibile commento di Cerqueti e Bagni alla partita dell’Inter. Mai un accenno agli errori dell’arbitro – tutti per l’Inter. O ai cartellini mancati contro gli interisti. Mai un replay in questi casi, da una regia superattenta. Salvatore Bagni è interista dichiarato. Ma la Rai? Non era di Berlusconi?
Visite “di Stato” ogni tre giorni per Fini. Indifferentemente, dall’Africa a Londra, basta che comportino il diritto di comparire ai telegiornali. L’ex ministro degli Esteri mette a frutto i “movimenti” di diplomatici, ora impegnatissimi a cercargli interlocutori ai quali possa stringere la mano. Come già aveva messo in moto i Procuratori Capo da lui favoriti come vicepresidente del consiglio, dall’Aquila a Firenze e Roma. Li aveva messi in moto contro i suoi amici politici, Berlusconi e soci. Poi si dice che non è un grande politico andreottiano.
Sfilano a Napoli i testimoni Del Piero, Ibrahimovic, poi magari Zidane, perché no, e tutti quanti. In un processo che la giudice non voleva fare, perché sapeva già come va a finire. Cioè con la condanna della Juventus e di tutti quanti. In primo grado. In appello invece no. Senza vergogna.
Il “Corriere della sera”, dopo aver lanciato con congruo preavviso le inchieste Rai sulle ville di Berlusconi alle Bahamas, o anche a Antigua?, fa diecine di pagine sulla banca Arner, che ha gestito l’acquisto. Facendo pubblicità a Mario Draghi, che inflessibile ha ordinato d’ispezionare la banca, e al professore avvocato della Bocconi che inflessibile la ispezionò, con tanto di foto e punti di accusa, anzi no di censura, anzi no di rinvio alle norme, sempre inflessibile. Dopodiché si paga una pagina di pubblicità della Arner, 50 o 100 mila euro, per dire che tutto è in ordine. Molto milanese.
Molto ipocrita anche. Ferruccio de Bortoli, che dirige il quotidiano, è sicuramente un gentiluomo. Ma in un giornale e in una casa editrice dove tutti hanno rubato per decenni impunemente, tutto è sempre possibile.
Fondo al vetriolo del “Corriere della sera” domenica 17 sulla farsa in Piemonte, dove si ricontano i voti ma non si sa con quale criterio, e con dubbia autorità. Dopodiché il severo, quasi giansenista, commentatore Cazzullo conclude: “La linea della palma è salita fin sulle Alpi”. Povero Piemonte, vittima della Sicilia.
Si ricontano i voti in Piemonte per invalidare la vittoria del leghista Cota. Non per verificare imbrogli, ma per far valere intrighi procedurali per cui molti che hanno votato Cota si possa dire che non lo hanno votato. È una sinistra ben sinistra, questa, ammesso che lo sia politicamente – poi si dice che la Lega vince ovunque. Ma i trucchi procedurali su cui far ricorso sono suggeriti dai giudici…
Sentendo parlare di governo tecnico, Mario Draghi attacca il governo: tre punti di disoccupazione in più, mica niente, e entrate in calo. Un attacco talmente sgraziato che neppure i nemici di Berlusconi lo cauzionano. La Banca d’Italia che attacca il governo con dati falsi: che paese è questo?
Le liti di Santoro con la Rai sono altro che operazioni pubblicitarie? Sono una delle tante soap Rai, altro che libertà d’informazione, il trionfo dell’ipocrisia.
La Rai ha i conti sfondati. Una destra che volesse effettivamente combatterla basterebbe che la lasciasse andare. E invece non passa giorno che non si applichi a sfidarla. A denunciarne da maestra di scuola la perfidia, la violenza, l’ipocrisia. È il vecchio tenersi reciproco fra Rai e Berlusconi? È l’occupazione condivisa dell’opinione pubblica, l’opinione critica.
Il cognato Tulliani ha avuto dalla Rai lo stesso contratto per docufilm che la Rai aveva preparato per Santoro. Non ha fatto i docufilm ma ha perso i soldi. Senza indignare Santoro.
La Procura di Roma lascia al principato di Monaco l’incombenza di dichiarare legale la vendita dell’appartamento al cognato Tulliani. Non c’è che dire.
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