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Dio – “Dio è nei fiori”, dice Sherlock Holmes a un certo punto. E in Sherlock Holmes? Dio è nella domanda di Dio – nel “discorso” di Dio.
Libertà – È conquista e maturazione: responsabilità, senso civico.
Se concessa alla persona è inquinata dalla riconoscenza (mafia).
Se concessa in massa è merda (sottogoverno, vittimismo), quando non è violenza.
Materialismo – Si è presunto razionale, Marx, Freud, un po’ anche Darwin, e la scienza moderna applicata (non la fisica teorica, naturalmente). Mentre è l’opposto: una utile, ma oiccola, semplificazione.
Moderno – Il rifiuto o la revisione del moderno porta indietro, a prima della razionalizzazione (M.Weber), dell’economicismo (A.Smith), della secolarizzazione dell’Occidente (Riforma). Ma l’unità preesistente non è più possibile – era già fittizia, e ora sarebbe imitata, l’Europa è piccola cosa, seppure con la coda americana. Ci vorrebbe una nuova “unità”. Come mobilitazione delle “masse”, concetto della meccanica, consumi di massa, comunicazioni di massa, trasporti di massa, non regge più – non regge economicamente, fisicamente.
Morte – Andarci bisognerebbe come un buon mussulmano, ringraziando Allah di ogni evento o cosa la preceda. Non a fronte avanti, come ogni buon occidentale, ma a ritroso. La morte colpirà sempre alle spalle, ma si avrà davanti a sé tutto quello che si è avuto e si è stati, non il nulla. Volendo adottare una postura positiva, che è solo giusta.
La postura occidentale (cristiana) nasce da una scssone dell’originale postura ebraica. Questa è frontale perché, l’ebreo annullandosi in Dio, la vita è anche la morte, non c’è scarto ma semplice trapasso. Per il cristiano invece, la vta essendo una preparazione all’aldilà, cioè all’ignoto, che ha preso le forme d’inferno, purgatorio, paradiso, perfino limbo, la morte è terrificante perché è la porta all’incertezza del giudizio. Da qui anche le antinomie corpo-anima, carne-spirito, vita-aldilà.
Fa paura a molti in quanto è un irrompere dell’imprevedibile. Una sorpresa comunque: forse l’imputridimento (ma senza pena), forse un bell’orizzonte. È u a sorpresa perché per i molti la vita è già morta, abitudinaria, ripetitiva, senza slancio (desiderio, speranza), senza intelligenza.
Nostalgia – È insensata: se uno va via tante ragioni di restare non ne aveva. Con l’eccezione del coscritto e dell’emigrato per necessità. Ne soffriva Ulisse, nomade guerriero bien malgré lui, er di più atteso a casa da una moglie fantastica – fantastica cosmologia quel fare e disfare la tela.
È consolatoria. La memoria opuò anche incattivire: va per accumulo, sia in senso positivo che negativo. La nostalgia seleziona al bello, il senso di mancanza riempiendo di consolazioni.
Luce – L’ozono ci protegge da morte sicura che verrebbe dalla luce. La morte arriva attraverso la luce? Simbolo della purezza e dell’ascesi, la luce ha in realtà bisogno di filtri: di ombre, chiaroscuri, intermittenze. La luce diretta è letale.
Piero della Francesca Berenson dice “impersonale”, “impassibile”, come è nella tradizione della migliore pittura, per “l’effetto luce”. È impersonale l’ultima arte, il cinema, dove le presenze sono un fatto di luce.
Passioni – Quelle grandi, senza limiti legali o morali, sono realistiche, contadine, popolari, Sono animali, e desuete. Nell’urbanità evaporano: gli amori sono proustiani, stimoli immaginari e inconclusi (autoerotismo), l’incesto è patologico, l’odio materia di avvocati e procedure. La società è formale e non materiale, il singolo e la coppia sono isolati, stretti fra il condominio e il pendolarismo.
Le passioni urbane girano attorno al potere e al prepotere (dal traffico al condominio), le ruberie, la corruzione, l’intrigo, le figlie in carriera.
Purezza – Atto di purezza è la pulizia etnica. Per esempio l’Olocausto. “Inutile” economicamente, politicamente, militarmente, e anzi dannoso. Una “pura” espressione di volontà. Che è razionalmente imbecille: uno spreco immenso di organizzazione e di odio. Ogni atto puro è spreco, cioè imbecille?
Misura della purezza non è, ancora, l’utilità (razionalità pratica)?
Spinoza – È Galileo, l’ordine geometrico, filosofico.
Il suo Dio è piuttosto Socrate, che morì in pace.
Tempo – È il tempo dei tempi, i millenni, i milioni, i miliardi, di millenni: quanto ne richiede la più piccola e ordinaria trasformazione nell’universo. Una misura senza metro.
La sua scomparsa è il segno del tempo (dei tempi).
Mille miliardi di anni luce sono un tempo infinito. Che è un ossimoro: il tempo cioè non esiste. L’infinito è indistinto, come le galassie e i “vuoti” intergalattici, e non ha tempo. Il tempo è lì ma inerte, non trascorre.
Tradizione – Dà l’imprinting. Che è tanto più marcato quanto più forte è la tradizione. La Germania si celebra da mille anni ma è ancora un paese di passaggio: cerca sempre una tradizione solida, dopo essere stata latina, gotica, sassone, franca, liberale, prussiana e imperialista, permissiva, hitleriana. Gli Usa, crogiolo di razze e paese di frontiera, conservano il solido imprinting britannico e puritano.
Era scomparsa cinquant’anni fa. Ora non c’è altro, altro che la tradizione, qualsiasi cosa essa sia, dalla ricerca delle radici alla conservazione delle pietre. È consolatoria: la tradizione è “una bella cosa2, anche se più spesso è trucida.
Uniformità– Ci dev’essere in essa qualche recondito segreto, una resistenza. Un particolare impalpabile, un suono, un’energia, un’onda d’urto, un odore. Ogni cinese riconosce la sua bicicletta nella miriade di biciclette nere parcheggiate attorno allo stadio.
zeulig@antiit.eu
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