Giuseppe Leuzzi
Il razzismo è settentrionale. Del Nord contro il Sud. Del Canton Ticino contro i lombardi, trasfontalieri o ricchi depositanti che siano. Dei cantoni di Zug e Zurigo contro il Ticino.
In Germania, dove la ricchezza è al Sud, il Nord si rifà con la religione. Il Sud è inferiore perché è cattolico. Il razzismo è anche protestante.
Razzismo? Diciamo il disprezzo, l’albagia: il razzismo sta attento a non dichiararsi, è politicamente corretto. È cioè, anche, piccolo borghese: perbenista, cauto, ipocrita. Dunque, il razzismo è settentrionale, protestante, piccolo borghese.
La sua forza diabolica è che è a senso unico: Treviso può insultare la Panasonic-Reggio Calabria, Reggio non può insultare la Benetton-Treviso. Un africano non può fare la morale a un britannico.
Però gli ebrei, che si avviano a essere la sola razza pura, e anzi “una razza uno Stato”, potrebbero un giorno dire dei tedeschi che sono mezzisangue, come infatti lo sono.
C’è una corrente ascensionale del potere e discendente della cultura e l’arte di vivere? Sembre, ma anche questo ci rubano. I musei di Siracusa e Napoli non sono pieni, come si sa, di statue e fregi trafugati a Londra e Berlino.
Lo sanno tutti, a partire dai milioni di segretarie, che le fotocopie si falsificano. Non i giudici di Palermo e i grandi cronisti giudiziari dei grandi giornali, Bianconi, La Licata – “Repubblica” non degna di attenzione la cosa, la confina nella cronaca locale, in poche righe. E quando il generale Mori gliene fa la dimostrazione in aula, prendono un atteggiamento anodino: lui lo dice, sarà vero?
Poi dice che non c’è la giustizia a Sud: la fanno i Ciancimino. I giudici e i Grandi Cronisti in realtà non sono imparziali, sono complici. Di Ciancimino figlio. Che è un bugiardo e non lo nasconde. Magari per fare un dispetto a Berlusconi, la giustizia al Sud è inflessibile.
Un altro mondo
È domenica, avete bisogno di fare la spesa, telefonate al supermercato per sapere se è aperto. Risponde una bambina. Dalla quale a fatica, con applicazione, ottenete di parlare con qualcuno. Questi generalmente è la madre o la zia. Alla quale voi spiegate che volete solo sapere se il supermercato è aperto, e allora lei vi passa il padre. Il quale vi chiederà di aspettare un momento, così parlerete col principale. Al principale chiederete: - È aperto il supermercato? E lui:- Voi chi siete?
Il Sud può essere un altro mondo. Molto diverso, ancora diverso, sebbene si vesta e parli come voi. Separato. Chiuso. Il che non vuole dire che non vi voglia bene e vi rispetti.
Milano
A Stendhal i milanesi piacevano perché sentimentali di testa – la sua “passione italiana” era di testa, niente a che vedere con Napoli o giù di lì.
Si ritrova a Londra. Non perché baüscia, non solo: a Londra le case, le facciate delle case, sono brutte come a Milano (il problema di Gadda).
È sensibile. È nevrotica, In letteratura e in politica ha dato all’Italia casi esemplari d nevrosi, Da Rosmunda a Filippo Visconti e Mussolini, Craxi, Berlusconi, dai Verri a Monti, Parini, Manzoni, Dossi, Gadda, Arbasino. Così pure nella pittura, Caravaggio per tutti. Ha anche il potere di nevrotizzare rapidamente gli immigrati. Della febbrilità che, redditizia negli affari evidentemente e nelle arti, è deleteria in politica.
È l’effetto probabilmente del clima: Milano è la palude d’Italia.
Gli Strozzi, da cui lo strozzino, venivano da Fiesole, erano longobardi.
Ma avevano il design già in antico. Se la modista inglese si chiama milliner perché la moda veniva da Milano.
Il Milan perde sonoramente contro una neo promossa e Berlusconi dice che è colpa dell’arbitro comunista – un tempo diceva cornuto, ora non può. Anche Moratti si lamenta, non del proprio arbitro ma di quello della Roma, che non ha punito severamente la squadra di Totti. Non dicono però l’essenziale: ora che la Juventus è in disgrazia, chi paga gli arbitri contro le squadre milanesi? Il Chievo? Forse, il Catania, anzi sicuramente, lì c’è la mafia.
Ma, poi, perché i campionati li vince solo Milano?
Non fossero milanesi, quindi pigliatutto, si potrebbe arguire che Moratti e Berlusconi vogliono dare ragione a Moggi, il quale sostiene che i campionati li può vincere solo Milano.
La cacciata di Profumo dalla più grande banca “europea”, confusa, prepotente, e contraria ad alcune norme di legge oltre che alla buona amministrazione, è normale amministrazione. Se n’è fatto un po’ di gossip e nulla più. Se un’ipotetica, anche piccola, banca del Sud – ora non ne esistono più – avesse osato una cosa del genere, molte prime pagine avremmo letto di sarcasmi e stigmate.
È finita a Milano la riserva di sdegno? Non contro Fini, o contro Berlusconi. Le questioni di denaro non accendono più Milano? No, sono una privativa.
A Milano straripa il Severo, “come ogni anno”, e invade due linee della metrpolitana, una in costruzione e una in attività. Ci vorranno dieci giorni per ripulire le due gallerie. Ma non c’è sdegno, e anzi non c’è nemmeno la notizia.
Napoli
“I vermi”, la prima opera “naturalistica” o “veristica” di Francesco Mastraini, “studi storici su le classi pericolose di Napoli”, presero nel 1863-64 dieci volumi.
È la perdita della grazia naturale. Visibile nell’uso e l’arredamento della natura, nella disposizione delle case e di ogni manufatto, nello snaturamento di ogni agglomerato. Da cinquant’anni? Da cento (c’è già nella Serao?) Per quale mutazione genetica? Per quale invasione?
L’inchiesta dell’Antimafia di Napoli contro la Juventus consiste di 170 mila registrazioni, 228 cd, alcuni milioni di Kb di memoria. Sui telefoni di Giraudo, Moggi e Bettega. Senza trovare una prova. Ma, è vero, a carico dei tre l’Antimafia napoletana non ha schierato in questo caso i casalesi.
La tecnica è stantìa: anche il controllo dei documenti si fa di solito sui forestieri, polizia e carabinieri riducono così il rischio di sorprese (patenti scadute, false, rubate). Ma coi controlli non si faceva carriera: carabinieri e poliziotti l’hanno sempre considerati la parte più noiosa del mestiere. Con le intercettazioni invece le direzioni Anti mafia prosperano: Sono posti ambitissimi: quella di Napoli ha prodotto carriere fulminanti..
A Napoli gli appaltatori della raccolta rifiuti, una cooperativa di ex detenuti, sfascia i mezzi per la raccolta, una sessantina in due giorni. Ma la colpa dei rifiuti che di nuovo ingombrano la città è del governo. E non è la barzelletta.
leuzzi@antiit.eu
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