Forte dei cinque punti Berlusconi si prepara un programma elettorale. Un piano per il Sud, pieno di miliardi. La riforma della giustizia, che da sola vale un’elezione. Così come il federalismo: la legislatura troncata senza il federalismo è una sconfitta certa per Fini e l'oppisizione. La riforma fiscale. La sicurezza. Un programma calibrato per una elezione.
I cinque punti Berlusconi strappò a Fini quale condizione per andare avanti col governo a Ferragosto. Quindi è da tempo che pensa alla elezioni - forse ha più senso politico di quanto ci fa credere, l’eterno ragazzo che non ha paura di dire il re nudo. Il voto anticipato è certamente “criminale”: è sempre un rifiuto del voto, da parte delle Camere o della presidenza della Repubblica, cui lo scioglimento compete. In Italia Scalfaro ne ha abusato, nel 1994 e nel 1996, senza per questo essere criticato, ma questo è un altro discorso, dell’autonomia o della capacità di giudizio dei costituzionalisti e scienziati politici: il fatto è che Scalfaro ha forzato le istituzioni e quindi ha commesso un golpe, anzi due. Prima di lui le Camere erano state sciolte anticipatamente solo nel 1979, per le polemiche sul presidente Leone. Che poi si riveleranno pretestuose, ma comunque lo scioglimento si fece con l’accordo di tutti i partiti, e l’evento restò eccezionale (anche perché, per la prima volta nella Repubblica, il Pci che accusava Leone perse le elezioni). Sciogliere le Camere per la carriera di Fini è molto peggio dei precedenti scalfariani.
Ma il problema non è di giustizia, è politico: sanno tutti che chi chiede il voto anticipato perde le elezioni (Berlusconi le perse nel 1996 per colpa di Bossi, che marciò da solo: Forza Italia e la Lega ebbero molti più voti dell’Ulivo). Politicamente Berlusconi sa che, se non avrà la fiducia da Fini a metà dicembre, non c’è altro governo possibile, poiché la sua coalizione è in maggioranza al Senato. Questo senza contare le divisioni dei nuovi centri con le sinistre sulla legge elettorale che dovrebbe giustificare il ribaltone.
Napolitano potrebbe comunque sostituire a Berlusconi un altro presidente del consiglio che, sfiduciato, prepari le elezioni. È una possibilità, anche se Napolitano è - è stato nell’accidentata coabitazione - all’estremo opposto di Scalfaro, rispettoso della Costituzione, e quindi del Parlamento che ne è il fulcro. Ma un governo caretaker senza fiducia sarebbe un invito a nozze per Berlusconi: l’astensionismo di cui nei sondaggi fra i suoi elettori si dissolverebbe alla “usurpazione”.
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