martedì 2 novembre 2010

La giustizia delle battone, meglio se drogate

Un tempo, e secondo i codici vigenti, alcune categorie di persone, le prostitute, i drogati, i mafiosi, erano reputate indegne in sede giudiziarie, prevenute di mendacio. Ciò non vale più per i mafiosi da vent’anni, per l’ambigua legislazione sulla collaborazione con la giustizia. Ora, grazie a Berlusconi, il pregiudizio non vale più per le battone, che se sono drogate è anche meglio: sono testimoni eccellenti. Fanno le prime pagine dei grandi giornali. Sono le pupille delle grandi magistrate, le famose Teresa Principato e Ilde Boccassini, le perle della categoria.
Che Berlusconi traffichi droga per la verità non è una prima. È l’argomento di uno dei primi episodi del serial Gomez-Travaglio: trafficava cocaina. Sulla parola di un certo Di Carlo, che così sperava di commutare il carcere britannico con uno italiano. Le due Procuratrici promettono di più. Non si occupano molto di droga se non c’è di mezzo Berlusconi, non sono per questo affaticate, e quindi si presentano alla sfida in ottima forma.
Boccassini e Principato sono famose per aver fatto vincere, da sole, un paio di elezioni a Berlusconi. La Principato nel 1994, accusando la massoneria (senza distinguere quale) di favorire Berlusconi e facendo perquisire tutte le logge, il giovedì o il venerdì prima delle elezioni. La Boccassini gli preparò il trionfo del 2001 con l’inchiesta farlocca sulla Sme, la grande azienda alimentare di Stato: invece di inquisire Prodi e De Benedetti, protagonisti di una vendita fasulla con sicuri, cioè accertati, collaterali politici, sviò le indagini su Berlusconi.
Boccassini per la verità era già famosa per aver chiesto a Milano di essere mandata a Palermo per vendicare Falcone. Dopo aver invettivato pubblicamento il suo collega Gherardo Colombo, alle celebrazioni ambrosiane del giudice assassinato: “Tu l’hai ucciso!”.

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