giovedì 18 novembre 2010

La politica tradita dalla scienza

L’attacco è perfetto, il professor Sartori è sempre lucido: “La nostra Seconda Repubblica lascia poche tracce di opere compiute, di riforme ben fatte e di problemi risolti. In compenso ha profondamente inquinato il vocabolario costituzionale e perciò stesso la nostra Costituzione e la politica che ne discende”. Inizia così, incontestabile, il commento di Giovanni Sartori sul “Corriere della sera”, intitolato “Una Repubblica assai confusa”. Dopodiché ci si aspetterebbe che il professore dicesse la confusione dilagante anche tra gli esperti o addetti ai lavoro, o scienziati politici, che dalle varie tribune ci indottrinano sulla soluzione del rebus, come fa lui. E invece no: è questo è indice della massima confusione. Il “ribaltone” non esiste, dice il professore, così come “non esisteva” la peste nella Milano di Manzoni, e altrettali.
In particolare il professore critica il Porcellum, come lui chiama la legge elettorale attuale, “una porcata”. Senza però dire che essa ricopia la legge elettorale della Toscana, di cui egli stesso o i suoi allievi hanno la responsabilità. E che il ricorso a questa legge si è avuto dopo dieci anni di sterili discussioni su che cos’era meglio, tra i berlusconiani e l’opposizione. Sia nella legislatura 2001-2006 che in quella precedente, 1996-2001. La legge elettorale collegando com’è giusto al sistema di governo Si ricorderà la Bicamerale. E le infinite ricette, di allora e dopo: cancellierato? premierato? regime presidenziale? secco? a due turni? uninominale? proporzionale? proporzionale con sbarramento?
A conferma della massima confusione Sartori dice il problema insolubile, ogni partito tirando per la legge che, in quella particolare fase, pensa gli converrebbe di più. Ma non dice che i partiti si giovano, in questa dissennatezza, di quella degli studiosi, con le loro pretese al sistema perfetto. In una tornata elettorale a Roma, l’elettore si è trovato in cabina cinque schede diverse con cinque sistemi di voto diversi. Se non è confusione questa! Certo, non è democrazia. Si può andare avanti cambiando la legge elettorale a ogni tornata?

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