L’arbitro Morganti decide da solo il derby Lazio-Roma e il campionato. Sbagliando tre volte, tutt’e tre a vantaggio della Roma. Ma è giudicato l’arbitro migliore. Ha la claque? Ce l’ha, tra i giornalisti. Interessata? Naturalmente sì. Ma i giornalisti non decidono le partite, mentre gli arbitri sì. Perché di questo si tratta: un errore è possibile anche a un arbitro italiano, ma non tre a favore di una sola squadra. E che errori: rigori evidenti non dati, rigori viziati dati. Il signor Morganti il giorno dopo si “promuove”, tanto è sicuro della sua immunità, se non dei meriti acquisiti.
Tre giorni dopo il signor Banti fa vincere alla stessa maniera il Milan a danno del Palermo. Sempre impunito. Vogliono indurci alla paranoia? Il presidente del Palermo, Zamparini, dice che i padroni del vapore devono vincere per prendersi una quota maggiore dei diritti tv. Cioè dà per scontato che gli arbitri facciano vincere le partite come vogliono – e devono.
Ora, l’arbitro in Italia è sempre “venduto”. Ma pare proprio che sia vero. Si ricordano ancora le partite di Collina, “il miglior arbitro del mondo”, che era legato al Milan, senza vergogna. Come Concetto Lo Bello, altro “miglior arbitro del mondo”, che di questi legami si vantava in Parlamento quarant’anni fa – allora gli arbitri non si “vendevano” per poco.
P.S. Una settimana dopo il signor Rizzoli, altro grande arbitro italiano, decide lui Juventus-Roma, riscrivendo all’istante il regolamento, sulle ammonizioni, i rigori, il recupero.
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