Si può vedere in Berlusconi un femminista e un sincero italiano, che si trova bene anche a Napoli. Oppure si può vedere in lui un gallo, che si pavoneggia tra le galline. O uno che infine fa i conti con la politica, che purtroppo non ha sex appeal, non se ne cura. O, insomma, Berlusconi. Ma che la ministra Carfagna e l’onorevole Mussolini siano un caso politico, facciano politica, esprimano il disagio della politica, questo non si capisce. Già per questo Berlusconi andrebbe punito, per avercele buttate tra i piedi.
Due comari che, come si sono tirate i capelli in pubblico ingiuriandosi, domani si baceranno e abbracceranno, con la stessa indulgenza verso se stesse.
Emma Marcegaglia, cuore Dc, si fa vedere che abbraccia tutti. Tutti quelli che non sono con Berlusconi: Casini, Fini, Bersani - e chissà anche il giudice Woodcock, che le promosse l'utile inchiesta contro i giornali. Ma si fa vedere che abbraccia tutti quelli che non vogliono la legge sul federalismo. Mentre lei vuole il federalismo subito, d’iniziativa popolare, anche senza legge, per la sua regione, la Lombardia, “che non può aspettare”, e la sua azienda.
Patetico sondaggio della “Stampa” per fare presidente del consiglio il suo (ex) presidente: Montezemolo, senza essere candidato, prende già il 9 per cento dei voti. E con lui il Centro balza al 21 per cento. Che forse è un refuso: non dovrebbe essere il 31? Gramellini, ancora uno sforzo!
Loris Mazzetti, 56 anni, il responsabile Rai de programmi di Fazio, lancia un grido d’allarma: “Mi vogliono licenziare”. Vuole continuare a occupare la scena, e c’è riuscito, è su tutti i giornali. Ma porta a titoli della sua equanimità la tessera dell’Associazione Partigiana,”l’unica tessera che ho”. L’ha ereditata? E il povero Franceschini, cui non ha concesso di presentare i suoi romanzi nei programmi di Fazio. Essere resistenti contro Franceschini, il Mazzetti deve avere molto senso dell’umorismo. Ma soprattutto il direttore punta sulla sua simpatia come emiliano. Subito accontentato: nessun giornale che ne abbia riso.
Il camorrista Iovine catturato sorride alle telecamere felice. Come il fratello di Sarah Scazzi, la ragazza assassinata, benché impallidito dalla religione. Come le minorenni di Berlusconi in cerca di comparsate nei locali, per permettere ai clienti di fotografarsi con loro: venti minuti, duemila euro - che non sono troppi per l’affitto dei gioielli, della Ferrari con autista, di un paio di gorilla, e dell’addetta stampa.
Fotografarsi, nulla di più, come col presidente del consiglio. Dev’essere il nuovo savoir vivre, o il nuovo glamour. Anche la dottoressa Bruzzone, criminologa, risolve i casi col lato buono della sua bella faccia in tv, l’inquadratura lusinghiera. Ma chiede di meno.
È feudale ma è ben chiaro, sulla città, sugli affari, sul giornale, l’articolo di Fabio Monti sul “Corriere della sera” di mercoledì. Una lettura da non perdere, l’Inter è sempre di attualità:
http://archiviostorico.corriere.it/2010/novembre/17/Benitez_traballa_ancora_oggi_decide_co_9_101117072.shtml
A Brescia i giudici assolvono tutti gli imputati della strage e il giudice Salvini si sorprende: “Almeno Tritone è colpevole”. E gli altri?
C’è una sfasatura nella trattativa dello Stato con la mafia, che il partito della trattativa non spiega. Nel 1993, il 14 maggio la mafia tenta di uccidere Costanzo, il 15 il ministro Conso, del governo Ciampi, revoca i 140 decreti di carcere duro (41 bis) imposti l’anno precedente, dal governo Amato. Ma il 27 maggio la mafia fa la strage di via dei Georgofili a Firenze, il 27 luglio quella di via Palestro a Milano, e il 28 ci tenta a Roma, a san Giovanni e a san Giorgio al Velabro, per caso senza vittime. È difficile fare della mafia un partito attendibile, lo Spatuzza, i Graviano.
Il Procuratore antimafia Grasso scopre adesso che la droga a Milano la spacciano (la recapitano in realtà a domicilio) i serbi e non i calabresi. Cosa che a Milano tutti sanno (http://www.antiit.com/2010/08/giuseppe-leuzzi-protesta-la-pia-gelmini.html)
Albertini, sindaco (molto) mediocre di Milano è corteggiato da Fini e Casini come candidato di nuovo a sindaco, contro Letizia Moratti. “Deciderò fra una settimana”, risponde regale. La regalità è passata al centro della sinistra?
Dopo le ipocrisie di Fazio e Saviano, Pierluigi Battista consiglia allo scrittore, in prima pagina sul “Corriere della sera”, di “concedere” la replica a Maroni. Regale. L’ossequio di un giornalista che per anni ha fatto lezione sulle parole, proprie e improprie.
Per vendere l’“Elogio della follia” il “Corriere della sera” fa di Erasmo il Benigni dell’epoca.
mercoledì 24 novembre 2010
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