zeulig
Centro – È il cuore del labirinto.
Cicli – La caccia, liberatoria per secoli, contro i padroni, le loro riserve e i loro guardacaccia, e contro le stesse bestie, è ora assassina. Acque e vulcani, fino a qualche decennio fa assassini, sono diventati protetti – ma ora stanno tornando assassini. La chimica, nata per liberare l’uomo dal bisogno e dalla malattie, ora lo uccide. Il viaggio, inteso a moltiplicare le esperienze e il tempo della storia, la immiseriscono annullando il tempo. E anche Vico ritorna.
Nell’antichità classica la natura è l’uomo, anche se Lucrezio aveva dei dubbi.
Nel cristianesimo l’esistente – l’uomo, la natura – è un simulacro (messaggio, segnale).
Col Rinascimento si torna all’antico: l’uomo è la natura (Dio) e il suo segnale. Fino all’artificio (manierismo), all’ordinazione universale (barocco, illuminismo), alla nostalgia del disordine (romanticismo).
E al Novecento, che ha inteso cancellare la storia (la malattia on l’eugenetica, il disordine col totalitarismo), e si è dissolto.
Colpa – È il Concilio di Trento che la eleva a dogma: il peccato originale. Ma dopo che Lutero aveva fatto pendere il pessimismo agostiniano sull’invincibilità delle pulsioni (negative: le pulsioni incontrollabili sono negative) erso la colpa definitiva, connaturata. Il cattolicesimo tridentino fa proprio Lutero – che era nato ed era ben cattolico, a parte le indulgenze e il papa – ma lascia due spiragli: l’innocenza primaria e la redenzione possibile.
L’applicazione più conseguente del cattolicesimo tridentino si ha in Lombardia – nella Lombarda manzoniana e, più, in quella storica. Non per un fatto geografico evidentemente, né etnico, ma per l’applicazione che ne fece Carlo Borromeo, che modellò il fondo psico-sociale della diocesi (della regione), e per gli sviluppi di essa, da borghesia solidamente impiantata a borghesia illuminata, impressi dal cardinale Federigo.
Coraggio – Richiede umiltà. Nessuna SS è ricordata per un atto di coraggio, neppure dal revanscismo fascista. È la reazione sana alla paura – l’altra è la violenza.
Corpo – La vita, con lo spirito e l’anima, si rigenera per contatto fisico. Cos’è l’abbraccio se non la vitalità dell’uno che passa in quella dell’altro, un comunione. Non di anime, ma di corpi: pelle, nervi, mucose, umori, odori, sguardi. Di anime attraverso il corpo.
Crisi – È speculare al positivismo, depressiva come quello è (era) progressivo. Come quello è un errore, anche se non inefficace – la lettura, ovviamente, è un errore.
Il marxismo non l’ha accentuata – la crisi è più liberale che marxiana. NE ha accentuato l’errore, che è errore di lettura: ne ha accentuato l’effetto catartico, che è minimo e solitamente incidentale, sottovalutandone le capacità di durata, che son coriacee.
Cristianesimo – Crea il tempo, il finito, avendone distinto l’eternità. Ma lo nega, con il curioso giudizio universale e la resurrezione dei morti, scadenza eternamente rimandata.
Fede – Un parroco non riuscirebbe a trovarla: è quella della beghina, della superstiziosa ignorante, della ragazza frigida, della giovane appassionata, della oppia vacua, della duchessa supponente,
del ragazzo mistico, del laico impegnato, operatore civile o culturale, dell’adolescente che sottrae oi soldi ai genitori? La fede non c’entra con la pratica religiosa, che è affare di pietà.
Filosofia – È il procedimento logico delle subordinate: quindi…, quindi…, quindi (oppure, Gentile: la quale…, la quale.., la quale). Che apparentemente è un approfondimento, per ciò intendendosi chiarimento. Ma è come scendere in un pozzo, sempre più oscuro.
Gesù – È quello che Dio non è, quello della bibbia: buono, giusto, tranquillo, a volte perfino indolente. Non disprezza nessuno, non condanna. Nemmeno quando è in collera.
È consolatorio: giustizia, regno dei cieli, cruna dell’ago, eccetera. Per conto d Dio? Dio ha qualcosa da farsi perdonare?
Lealtà – È la fonte di ogni virtù. Nulla la sostituisce, nemmeno l’amore, né la passione evidentemente, che pure può farne a meno. Ma è uno scambio.
La slealtà invece può essere un vizio, sganciata dal rapporto azione\reazione.
Marx– Ne ha tratto miglior lezione la borghesia. Cui ha insegnato che :1) ci sono le crisi, e che conviene padroneggiarle, perché 2) tout se tient, il capitale fa sistema. Ha sviato invece il lavoratore con la classe e l’utopia socialista.
Memoria– È il serbatoio dell’immaginazione e dell’intelligenza: l’intuito più vivo inaridisce senza. Più è bombardata e più raccoglie. La scuola samaritana di oggi, riducendo l’input, riduce l’output. E tradisce la pedagogia (la formazione): un ragazzo che esce da scuola conoscendo poche frasi (cose), diventa per questo, per essere insicuro, assertivo, e anche aggressivo, cioè stupido.
È selettiva, per conservarci la libertà. Queste selettività (rimozione) è per Freud negativa, ma ricordare tutto è camminare con le catene ai piedi. O fossilizzarsi, in un mondo di statue e senza ombre.
Mito – Va spiegato, cioè razionalizzato. È l’unica sua forma di senso.
Moda – È l’insopprimibile bisogno di novità che l’uomo ha. È l’addomesticamento (sublimazione) del bisogno di altro: invece che nella distruzione, nell’eversione, la fuga, l’istinto si sublima in un esercizio (registro) futile. Così lo shopping, che il possesso non sa delimitare – non c’è possesso nel’acquisto compulsivo.
Modernità – Abbiamo vissuto il periodo più lungo di pace e più proficuo d benessere materiale di tutta la storia ma siamo vuoti. I sessant’anni dal dopoguerra sono vuoti, di idee, di energie, e perfino di fatti. Hitler con la Soluzione Finale e gli Usa con Hiroshima hanno amputato la storia, ne hanno amputato le articolazioni nervose, la sensibilità. E non per i mezzi messi in opera quanto per la volontà tranquillamente malvagia che era dietro l’esercizio tecnico, che ha sconvolto ogni senso possibile (accettabile, fonte di speranza) di giustizia – dell’ingiusto, del nemico. Perrfino la caduta del Muro, un fatto che ecciterà molto gli storici, è come non fosse avvenuto, per l’apatia europea e la presunzione americana.
La metafisica del soggetto heideggeriana si compie quando, per la prima volta nella storia, il soggetto viene svuotato, essendo alterata in radice ogni relazione con gli altri, con la natura, con Dio (la giustizia). Ciò spiega la sensazione di stolidità che il filosofo dà, furbo montanaro svevo che si calòa in tutte le brache pronte ad accoglierlo, dai gesuiti a Hitler passando per Husserl e la sofisticatezza ebraica. Ma spiega anche l’intima distruttività dei tedeschi nella loro ricerca di un’identificazione, di un Assoluto che li stabilizzasse dopo due millenni di saprofitismo, sulle spalle latine. Una distruttività non più casuale (“la colpa è di Hitler”), dopo tante coincidenze. Per concludere all’ermeneutica post-moderna, per fortuna inoffensiva, imitazione al terzo grado – imitazione dell’imitazione che i francesi fanno dell’asse Hölderlin-Nietzsche, dell’imitazione della Grecia pre-socratica e dello stesso Platone. Una tradizione stratificata, ma sul nulla.
Storia – È donna. La dona fa nascere la vita, cioè la storia. E la perpetua.
zeulig@antiit.eu
lunedì 22 novembre 2010
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2 commenti:
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