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lunedì 15 novembre 2010

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (73)

Giuseppe Leuzzi

Muore a Castellace Salvatore Rugolo, detto Ninì. La partecipazione di lutto elenca, tra moglie, generi, nuore e cognati, tutte le famiglie che contano nel paese: Mammoliti, Romeo, Violi, Luppino, Alvaro, oltre ai fratelli. Poi dice che la mafia si nasconde, e che c’è l’omertà.

Vincenzo Prestigiacomo fa la storia dei rapimenti di persona nella Palermo della belle époque, la Palermo dei Florio e degli Ingham-Whitaker nell’ultimo decennio dell’Ottocento (“Vita mondana e Mano Nera nella Palermo della Belle Époque”, Nuova Ipsa Editore). A undici anni Audrey Whitaker viene rapita mentre fa una passeggiata a cavallo, alla vigilia di una grande festa che la famiglia prepara per un barone Rothschild in visita. Una richiesta si riscatto sgrammaticata viene recapitata al padre Joss. Che in tutta solitudine, senza dire nulla a nessuno, paga e libera la figlia. La polizia ne viene a sapere qualcosa dalla banca, ma la famiglia Whitaker nega tutto. Omertà, direbbe la sociologia dei carabinieri. E invece è solo autoprotezione.

Tano Gullo, presentando il libro di Prestigiacomo nell’edizione palermitana di “Repubblica”, fa delle estorsioni, rapimenti di persona compresi, una sorta di partita tra ricchi e poveri. C’è sempre l’equivoco della mafia giustiziera, l’invidia sociale fa premio anche tra gli abbienti.
I poveri delle estorsioni sono guidati da “don” Vito Cascio Ferro, un delinquente incredibile, tanto era protetto.

Pietro Ciucci, il presidente dell’Anas, e con lui il ministro Matteoli, dicono che i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria possono essere completati nel 2013. Mentre sanno che su due tratte di alti viadotti e lunghe gallerie, i quaranta km da Padula a Lauria e i venti da Palmi a Scilla, si lavora a ritmo ridotto. E che un centinaio di km ancora vanno appaltati, di cui una trentina di viadotti e gallerie tra Lauria e Frascineto.

Ciucci dice anche che i lavori non vanno avanti per gli attentati, oltre duecento. Non erano trecento? E sono tutti nell’ultimo anno, o nei tredici anni di lenta lavorazione della strada? Sono nei tredici anni. E sono stati devastanti o di poco conto? Di poco conto. I carabinieri hanno arrestato gli autori, noti?

Ci sono in Calabria quattromila posti barca, secondo l’Unione nazionale armatori da diporto. E ci sono dodicimila barche che non trovano ormeggio nei porti turistici attrezzati. La barca è un bene, per come è inteso in Italia, da milionari. Ma non ci sono sedicimila milionari in Calabria. Non che si vedano.
In Campania i posti barca disponibili sono undicimila. A fronte di una domanda che è 5,3 volte questa disponibilità.

“Pizzo, 50 assenti su 95” al Comune, titola la “Gazzetta del Sud”, sette dei quali i carabinieri hanno arrestato per assenze reiterate. Pizzo, comune di novemila abitanti, ha 95 dipendenti comunali.

Antimafia
Saviano fa un panegirico di Falcone nella trasmissione di Fazio “Vieni via con me”, denunciando il linciaggio deliberato di cui il giudice fu vittima. Che la Rai, e Fazio, facciano ammenda (il linciaggio più costante fu perpetrato all’epoca da Santoro) è da apprezzare, benché dopo diciott’anni. Ma Saviano evita di dire chi isolò il giudice con la calunnia e lo additò ai suo assassini. Ascoltandolo, sembra sia stato Berlusconi, che all’epoca non c’era.
I lettori di questo sito ricorderanno chi è stato: http://www.antiit.com/2010/05/la-vera-storia-di-giovanni-falcone.html

Lo stesso Saviano ridicolizza nella stessa nobile trasmissione progressista i suoi concittadini del casertano, insinuando che non sanno cosa sono i cotton fioc e i boxer, anzi nemmeno gli zainetti e le biciclette. Che, quando pensano, si dicono roba da gay. Ma allora sanno cosa sono i gay? Saviano, ancora uno sforzo!

Nicola Mancino, ministro dell’Interno al tempo del “papello” dei Ciancimino, spiega in Tribunale a Palermo lunedì 8 novembre che non c’è mai stat nessuna trattativa fra lo Stato e la mafia, e che nessuno gliene ha mai accennato. Parla non da democristiano ma in termini convinti e convincenti. Ma su “Corriere della sera”, “Repubblica”. “Stampa” e “Messaggero” non c’è spazio per lui, nemmeno una breve. Ciancimino jr. è, con Spatuzza, migliore, più interessante, più affidabile dell’ex ministro, poiché coinvolge, con Spatuzza, Berlusconi: sono insieme un duo molto più efficace, affidabile, eccetera, delle due o tre puttane di Berlusconi. Ma l’antimafia?

Va su tutti i giornali invece il giovane Ciancimino, denunciante non pentito, il quale garantisce che quarant’anni fa suo padre incontrò Berlusconi per investire su Milano 2. Quando suo padre non era ancora mafioso riconosciuto e Berlusconi era un immobiliarista. Non è informazione: è tecnicamente image building, la costruzione voluta, guidata, segreta, di Ciancimino jr. A fini di giustizia certamente no. Forse contro Berlusconi. Ma l’antimafia?

È possibile che Ciancimino padre abbia parlato quarant’anni fa anche con Carlo De Benedetti. Anzi, è più che probabile: i due, Berlusconi e De Benedetti, facevano affari nei primi anni Settanta, su e giù per l’Italia, con l’acquisto e la vendita di aree e immobili, è così che hanno fatto i soldi. Ma Ciancimino jr. non lo ricorda, l’antimafia è selettiva.

Calabria
Nove dei dieci nomi più diffusi nelle Pagine Bianche di Reggio Calabria e la sua provincia sono, secondo l’annuario telefonico del 2009, greci - il decimo è l'arabo Morabito:
Romeo 1.676
Morabito 913
Tripodi 766
Foti 600
Laganà 567
Marino 496
Surace 491
Calabrò 460
Macrì 449
Crea 430
Seguono con centinaia di entrate, a un’occhiata all’annuario: Siclari, Scopelliti, Polimeni (Polimeno), Tripodi, Surace (Suraci, Sorace), Spanò, Pellicanò, Vadalà, Zappia, Tripepi, Sìdari, Saccà, Meduri, Sorgonà…
Dopo Morabito vengono tanti Saraceno.

Il mare può unire e non dividere. È sicuramente il caso dello Ionio, dalle antiche migrazioni verso quella che sarà la Magna Grecia, il Salento e la Calabria, agli sbarchi dei disperati di oggi. Distintamente ionica è peraltro, oltre che una lettura (una “lingua”) dell’antico greco, la forma mentis tra le due rive del mare. La curiosità mite, nello sguardo chiaro, sotto la parlata brusca. E l’uso della strada. Dal ragazzo che andando in moto si gira per osservarvi meglio, ai due che si appaiano in moto per poter parlare mentre vanno. E soprattutto alla macchina ferma in mezzo alla strada perché il conducente ha urgenza di parlare con qualcuno che sta sul ciglio. Ma nello Ionio greco il sorpasso è facilitato: da Igumenitsa a Patrasso e a capo Matapan non c’è conducente che non si metta sul ciglio esterno della strada per facilitare il sorpasso. Mentre in Calabria il sorpasso è una sfida: il conducente del mezzo più lento si metterà in mezzo alla strada, se suonate o lampeggiate rallenterà ancora di più per farvi dispetto, e se lo appaiate all’improvviso accelererà per farvi desistere.

Nella “Dorotea” di Lope de Vega è “la patria del hombre màs infame”, cioè di Giuda. Non si dice perché, ma la fama era stata già definita nel 1635.
Nei “Saggi sulla letteratura italiana del Seicento”, Benedetto Croce rileva che in quegli anni il calabrese era diventato “il bersaglio di una satira mordace”.

Casanova, che fu ragazzo a scuola dal vescovo di Martirano, ora in provincia di Vibo Valentia, nelle memorie ne parla male: non domandate a chi incontrate il paese dove è nato, dice, “giacché, se questi è normanno o calabrese, deve, se ve lo dice, chiedervi scusa”. La Calabria essendo stata per un paio di secoli anche normanna è doppiamente colpevole?

Nel libro “Cuore” c’è “Il ragazzo calabrese”. È il quarto episodio del libro, e poi De Amicis se lo dimentica. Gli serve per cementare l’unità d’Italia, il ragazzo calabrese abbracciato dai suoi compagni in un scuola piemontese.

“La donna è il personaggio più importante e più autentico della Calabria. È anche il lusso di una natura scabra, immiserita dagli uomini”. Lo scrive Corrado Alvaro nell'"Ultimo diario", sessanta, settant'anni fa. In base all'esperienza di trenta, quarant'anni prima. Ma il pregiudizio è sempre prevalente

I carabinieri di Roma trovano a Gioia Tauro un container brasiliano con dieci quintali di cocaina. Il riflesso condizionato vuole il porto di Gioia il porto dei mafiosi. Ma la verità è che a Gioia la coca e le armi illegali si scoprono, sia pure grazie a dritte britanniche, a Rotterdam e Porto Said, altri porti di trasbordo per l’Europa, no.

leuzzi@antiit.eu

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