Sarà un governo tecnico e non politico, quello del Presidente, se Fini riuscirà ad abbattere Berlusconi. E sarà Tremonti l’incaricato, non Draghi. L’obiettivo è di prevenire ogni manovra destabilizzante dei mercati, che hanno da ormai un anno abbandonato il tentativo di speculare sul debito pubblico italiano ma stanno ora drizzando le orecchie. Il presidente della Repubblica ha ben presente questo rischio, che può concretizzarsi a breve, in occasione della manovra di correzione del bilancio. Tremonti, molto apprezzato in Europa e dal “Financial Times”, dà più affidamento al Quirinale per portare in porto la correzione di bilancio che si rende necessaria, Mentre Draghi rischia di creare pericolose reazioni di rigetto nella ex maggioranza, da lui contestata quasi quotidianamente.
Sarà Tremonti a gestire dunque le elezioni. Il governo tecnico si rende comunque necessario perché non ci sono maggioranze alternative al centro-destra di Berlusconi. Il presidente Napolitano, che finora ha più volte puntellato con discrezione il governo, non è sorpreso dal suo dissolvimento, data l’inconsistenza politica dei suoi leader, la cui ultima manifestazione è aprire la crisi al momento del voto obbligato sulla stabilità finanziaria e il contenimento del debito. Ritiene a questo punto necessario un intervento di supplenza, per evitare che il debito italiano inneschi una crisi i cui esiti sarebbero catastrofici. Ma con un governo tecnico o di emergenza, di brevissima durata.
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