sabato 11 dicembre 2010

Fini contro gli ex: Alemanno è il primo

“Il Messaggero” e la Procura di Roma non danno tregua ad Alemanno: sotto inchiesta va l’Ama dopo l’Atac, o viceversa, poi ci saranno le consulenze e infine - ma non è detto, qui le associazioni dei costruttori vigilano – gli appalti. È solo un caso, non c’entra il fatto che l’editore e immobiliarista Caltagirone abbia avuto dal sindaco le varianti al Piano regolatore che voleva (il potere non si deve mai privare del potere di ricatto). E ora voglia Acea, niente di meno, alle sue condizioni, cui Alemanno tenta di resistere. Né che il Procuratore Capo di Roma sia amico di Fini, e quindi in questi giorni nemico, nemicissimo, di Alemanno. Non vale naturalmente il fatto che le assunzioni all’Ama e all’Atac si siano “sempre” fatte così, senza che “Il Messaggero” o la Procura aprissero inchieste. O che Alemanno abbia pur sempre dimezzato le consulenze che ha ereditato.
È il primo caso di faida all’interno dell’ex Msi-An, e non ha nulla di meno della ferocia delle vecchie faide Dc – da questo punto di vista l’eredità è certa. L’entourage del sindaco è certo che l’attacco parte da Fini: non hanno nessun dubbio in proposito. I due non erano in sintonia ai tempi del Msi, figurarsi ora, si dice. L'accusa non è vera per il "Messaggero", che scopertamente tiene per Casini. Ma non manca di appigli nei rapporti tra Fini e Alemanno. La scarsa intesa personale tra i due si sarebbe tramutata in astio pesante da parte di Fini quando Alemanno vinse due anni e mezzo fa contro Rutelli la battaglia che Fini aveva sonoramente perso contro lo stesso Rutelli a sindaco di Roma. Alemanno ha sempre peraltro tenuto a diversificarsi dagli altri suoi ex “camerati”, dal tempo in cui ministro dell’Agricoltura, come uomo capace di fare, nel mezzo della generale inettitudine. Ma palesemente non si aspettava l’attacco concentrico cui è sottoposto, e forse lo sottovaluta.

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